Brigata G. L. "Carlo Rosselli"
Il 13 luglio 1944 salta il ponte dell'Olla sullo Stura di Demonte, la
Valle Stura è liberata da Gaiola al valico di confine del Colle della
Maddalena (Col de Larche per i francesi), nasce la "repubblica
partigiana". Le armate alleate sono all'attacco lungo la linea Gotica, gli
inglesi stanno combattendo per Rimini gli americani a Passo Futa/Giogo di
Scarperia sono prossimi a Bologna.
Si crede che la guerra sia alla fine. In valle Stura salgono molti giovani
per sottrarsi ai bandi repubblichini, ingrossando le file della
resistenza. Al ponte dell'Olla, sostituito da una passerella, vi è il
posto di blocco partigiano dove i Carabinieri controllano chi entra in
vallata. Alla domenica si svolge una sorta di "visita parenti", in tutta
la valle si vive un'euforia che convince anche i pessimisti
dell'inespugnabilità della valle. Si scavano trincee "sarà la nostra
Alcatraz", su un pianale della tranvia si monta un cannone da 47/32 in
funzione anticarro.
I responsabili della resistenza (Livio Bianco) si preoccupano di questo
stato, ordinano a Nuto Revelli di assumere il comando militare "per
sgomberare al più presto ogni complicazione".
Come temevano, gli eventi incalzavano, il 15 agosto gli alleati sbarcano
in Provenza, e la Valle Stura si trova in prima linea.
Nota di servizio:
Benvenuto (Nuto) Revelli nato a Cuneo nel 1919, ufficiale in s.p.e. esce
dall'accademia di Modena alla sua chiusura nel 1941 col grado di Tenente.
Partecipa alla campagna di Russia nel btg. TIRANO. Ritorna Capitano con
una promozione sul campo, una medaglia d'argento al valor militare, una
ferita di guerra, una brutta pleurite, due parabellum e un MP40 è l'odio
per i tedeschi. La leggenda narra che per una questione di precedenza
durante la ritirata, un gruppo di tedeschi tagliò la colonna delle slitte
dei feriti della TRIDENTINA, risolse la disputa sparando un colpo di
pistola in testa ad un crucco. Al termine della guerra gli è concessa una
seconda medaglia d'argento e la nomina a Maggiore (il più giovane
dell'Esercito Italiano), ma lascerà l'esercito, "mi tolsi la divisa l'8
settembre e non me la rimisi mai più".
Alle ore 13 del 17 agosto un Kampfgruppe composto dal II btg. del
Grenadier-Regiment 80 più una batteria d'obici da 105 e unità reggimentali
della 34a ID. (circa 1500 uomini), attaccano violentemente il fondovalle,
sfondano e disperdono i blocchi partigiani, "... le lunghe raffiche della
Fiat 35 sono le sole, spaventosamente sole ... non rimane altro dello
schieramento di fondovalle ... una mitraglia sempre più stanca, più
melanconica.", "... una pattuglia di tedeschi, calzoncini corti, camicie
mimetiche, pistolmachinen imbracciate ... avanzano circospetti pronti per
aprire il fuoco ... Spariamo con i Thompson, svuotiamo i caricatori. Poi
seguendo la rotabile, corriamo disperatamente verso Moiola ... corriamo a
zig zag, senza mai voltarci indietro".
L'attacco fu così rapido che non si fece in tempo a far saltare neanche la
passerella sullo Stura.
I tedeschi si fermano sulle posizioni di fondovalle e non sfruttano lo
sfondamento. Il 18 affluiscono reparti della 90a Panzer-Grenadier-Div., si
tratta del Kampfgruppe del Grenadier-Regiment (mot.) 200 composto dal I e
II btg. più mezzi blindati e artiglieria (circa 3000 uomini). Il
Kampfgruppe della 34a ID viene inviato verso la Valle Roia in direzione
Ventimiglia.
La marcia del Kampfgruppe e lenta e metodica, pattuglie avanzate e sui
fianchi della colonna per premunirsi dalle continue schermaglie con i
partigiani e dalle gravi perdite subite per un attacco di
cacciabombardieri alleati.
Questi due giorni di sosta permettono al comandante Revelli di raccogliere
i reparti sbandati e tentare una difesa in alta valle. A Pianche si
appresta uno sbarramento vengono posizionate le armi automatiche e i
mortai da 45 e 81.
Alle 17,30 del 20 agosto la prima pattuglia tedesca penetra guardinga
nell'abitato di Pianche, seguita nei mirini delle armi dei partigiani "...
ordine categorico ... non sparare, ma di colpo parte un'intensa
sparatoria", sono gli abitanti di Pianche che alla vista dei tedeschi che
rincorrevano le loro galline non hanno resistito.
Alle 18,00 il rombo della colonna motorizzata tedesca avanza, ci si
aspetta che giunti a tiro si preparino ad attaccare con la fanteria
appoggiata dall'artiglieria. Ma! "... è strano, questa volta ho
sopravvalutato i tedeschi. Sono bestioni che non sempre sanno fare la
guerra. Mai vista tanta ingenuità" La colonna sale lentamente curva dopo
curva "Guardiamo sgomenti. Li abbiamo ad un tiro di schioppo, quasi fermi,
paralleli al nostro schieramento ... saranno 200 metri dalle nostre armi
... Questi bestioni credono di essere al coperto, non sanno di aver
superato l'ultimo sperone ... scendono dai mezzi, ordini che sembrano
imprecazioni, brevi secchi ... Sparano tutte le nostre armi; fucili,
mitragliatrici, mortai .. un fuoco d'inferno che riempie di tuoni la
vallata"
Dopo aver respinto un secondo attacco, i partigiani ripiegano in direzione
di Bagni di Vinadio. I tedeschi sono bloccati dall'attacco e
principalmente dai tre ponti fatti saltare a Pianche.
A Demonte, ormai saldamente in mano tedesca, compaiono i fascisti,
prelevano dall'ospedale un giovane del paese, ferito (Renzo Spada), lo
torturano e lo impiccano ad un lampione.
Riparate le interruzioni, i tedeschi, continuano la progressione in
direzione Colle della Maddalena.
Il 22 in località Murens-Barricate vengono bloccati dalle interruzioni
(vengono attivate le interruzioni previste nel Vallo Alpino), le
mitragliatrici e mortaio da 81 continuano a tenere queste interruzioni
sotto il loro fuoco dalle 8,30 a 12,00 poi finiscono le munizioni, i
partigiani distruggono le armi ormai inservibili, ripiegando verso
Ferriere Andelplan, sistemandosi a difesa.
Ormai i reparti partigiani sono provati da giorni di combattimento, senza
più munizioni e viveri, l'importante ora è salvarsi!
I granatieri tedeschi ormai non hanno più nessun ostacolo, piombano su
Larche discendono in Valle Ubaje disperdendo le forze francesi delle FFI.
I tedeschi si attestano sulla linea delle fortificazioni francesi, che
terranno con i granatieri della Littorio fino all'aprile 1945.
I tedeschi impiegarono sette giorni per arrivare a Larche, tempo
sufficiente agli alleati per occupare il Colle della Maddalena e avere la
strada aperta per la pianura Padana. Molti patrioti italiani si
sacrificarono per tenere aperte simili occasioni sulle Alpi, ma non
vennero sfruttate.
Torniamo alla Brigata "Carlo Rosselli", i problemi della logistica
diventano impellenti, la massa dei disarmati grava sui combattenti. I
tedeschi, conquistato il fondo valle, risalgono le vallim laterali per
garantirsi la sicurezza del transito.
Con una marcia estenuante la Brigata raggiunge il Santuario di Sant'Anna
di Vinadio, qui Revelli decide lo sfoltimento. Di 600 uomini ne seleziona
250, poi la "rivista corredo", chi parte deve lasciare gli indumenti e
scarpe "buone" a chi resta "La Brigata è adesso un reparto organico, di
gente decisa a continuare, magari a denti stretti.".
Il giorno seguente si muove per il Colle della Lombarda, prosegue per le
baracche di Ciastiglione (oggi stazione di sci Isola 2000) e scende al
villaggio di Molières. Durante la sosta vengono mandate pattuglie nei
dintorni per valutare la situazione. Una di queste cattura tre doganieri
tedeschi "... erano proprio i tedeschi d'Isola, quelli che ammazzarono
Franceschi e gli altri nel luglio scorso ... nessuna pietà ... uno dei
tedeschi aveva una foto dei figli e piangeva e tremava ... la solita
storia, capiscono tutto, ridiventano uomini quando sono perduti...".
L'intenzione di Revelli è quella di aspettare che le cose si calmino per
rientrare in Italia dalla Valle Roia Viene raggiunto da un messaggio di
Flight (ufficiale di collegamento inglese) che gli chiede di scendere in
Valle Tinée per impedire che venga occupata dai tedeschi. Viene radunata
la Brigata in assemblea e viene prospettato la discesa in Francia; si
chiede una scelta! Le privazioni associano la Francia alle razioni K, alle
Chesterfield, agli americani e i partigiani scelgono "FRANCIA"!
Non sarà così!
La brigata passerà tutto l'inverno sul fronte con gli americani, in un
continuo confrontarsi con i francesi, al culmine delle provocazioni
francesi si sfiora lo scontro armato.
Rientrerà a gruppi in Italia, il 28 aprile 1945 cade combattendo in Cuneo
Ferrante Giovanni rientrato il giorno prima dalla Francia.
Della permanenza francese ci sarebbe da raccontare ancora molto, se a
qualcuno interessa ... io sono qua!
Koll Kurtz
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