Discussione:
Nuto Revelli
(troppo vecchio per rispondere)
Koll Kurtz
2004-02-05 12:28:26 UTC
Permalink
Oggia a Cuneo è "andato avanti" Benvenuto (Nuto)Revelli.
Ufficiale alpino e valoroso comandante partigiano.

Koll Kurtz

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Alessandro Santini
2004-02-05 14:26:31 UTC
Permalink
Post by Koll Kurtz
Oggia a Cuneo è "andato avanti" Benvenuto (Nuto)Revelli.
Ufficiale alpino e valoroso comandante partigiano.
Una giornata triste.

Ale
unknown
2004-02-05 17:48:17 UTC
Permalink
Post by Alessandro Santini
Post by Koll Kurtz
Oggia a Cuneo è "andato avanti" Benvenuto (Nuto)Revelli.
Ufficiale alpino e valoroso comandante partigiano.
Una giornata triste.
Ale
Conoscendolo molto bene mi astengo da commemorazioni, che da personaggio
"ostico" quale era non avrebbe gradito.

Se potete leggete i suoi scritti.

Koll Kurtz



--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
LB
2004-02-05 18:09:18 UTC
Permalink
Post by unknown
Conoscendolo molto bene mi astengo da commemorazioni, che da personaggio
"ostico" quale era non avrebbe gradito.
Però sarebbe molto interessante poter leggere qui qualcosa sulla sua storia,
militare in particolare.

Ciao
sergio
2004-02-05 19:31:34 UTC
Permalink
Post by LB
Post by unknown
Conoscendolo molto bene mi astengo da commemorazioni, che da personaggio
"ostico" quale era non avrebbe gradito.
Però sarebbe molto interessante poter leggere qui qualcosa sulla sua storia,
militare in particolare.
Qui nell'articolo de L'unità on-line c'e' qualche cenno alla sua storia
militare.
Interessante. Quale divisione nazista blocco' per una settimana? qualcuno
ha qualche resoconto di quella settimana?

Saluti
Sergui



La guerra vista dagli ultimi. Se n'è andato Nuto Revelli, partigiano e
scrittore


[ ] Se n?è andato Nuto Revelli. Un partigiano. Un capo partigiano che,
nell?agosto del ?44, con la sua Brigata, inquadrata in Giustizia e
Libertà, bloccò per un?intera settimana, una Divisione nazista. Dando così
modo all?esercito alleato di liberare la città di Nizza. Ma se n?è andato
anche un raffinato intellettuale, acuto scrittore. Di cui Galante Garrone,
scomparso poco fa, dirà così: «Revelli ha raccontato la guerra vista dal
basso, la guerra sofferta. Ha sempre raccontato la tragedia dei poveri
cristi gettati allo sbaraglio, beffati, traditi, e che pure, nello sfacelo
immane, di un esercito e poi di uno Stato, riscoprono in sè le ragioni
profonde della dignità del vivere, del semplice valore umano».

Nuto (Benvenuto) Revelli era nato a Cuneo nel 1919. Era stato ufficiale
degli alpini nella campagna di Russia. Ufficiale degli Alpini della
Tridentina, a questa drammatica esperienza Revelli si rifece quando
divenne uno dei primi organizzatori della Resistenza armata nel cuneese
contro le milizie nazifasciste. Chiamò, infatti, «Compagnia rivendicazione
Caduti» la prima formazione partigiana da lui messa insieme, prima di
portare i suoi uomini nelle formazioni di Giustizia e Libertà. Dopo aver
condotto numerose azioni di guerriglia ed aver superato l'inverno tra il
1943 e il '44 ed i rastrellamenti della primavera, Nuto Revelli assunse il
comando delle Brigate Valle Vermenagna e Valle Stura 'Carlo Rossellì,
inquadrate nella I Divisione Giustizia e Libertà. Con questi uomini bloccò
la divisione tedesca che puntava ad occupare il valico del Colle della
Maddalena. E secondo molti storici, fu proprio grazie all'eroismo degli
uomini di Giustizia e Libertà, comandati da Nuto, che gli alleati
riuscirono ad avanzare sulla costa meridionale francese, per liberare, il
28 agosto 1944, la città di Nizza.

Nei giorni della Liberazione, Revelli comandò la V Zona Piemonte. Lasciate
le armi con il grado di maggiore, Revelli ha continuato il suo impegno con
le ?armi della critica?, con i libri. Molte le sue pubblicazioni: «Mai
tardi. Diario di un alpino in Russia», edito per la prima volta da Panfili
a Cuneo nel 1946, «La guerra dei poveri» (1962), «La strada del Davai»
(1966), «L'ultimo fronte, Lettere di soldati caduti o dispersi nella II
guerra mondiale» (1971), «Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita
contadina» (1977), «L'anello forte. La donna, storie di vita contadina»
(1985), «Il disperso di Marburg» (1994), «Il prete giusto» (1998), «Le due
guerre» (2003). Tutti libri pubblicati da Einaudi.

Tanti libri, ma sicuramente «La guerra dei poveri», edito nel 1962, resta
il suo titolo più celebre. Quel titolo rimanda esplicitamente agli ultimi,
agli «offesi», ai traditi. Di questo libro Aldo Garosci, a suo tempo
osservò: «Il libro può essere preso come documento solo dopo che se ne sia
riconosciuto il carattere e pregio fondamentale, la potenza evocativa». E
Giorgio Bocca commentò: «Il libro è proprio questo: uno scrittore nato che
trova, mentre si cammina e si combatte, un linguaggio per cose vere e
tragiche quasi sconosciuto alla nostra letteratura. È il libro che avrei
voluto scrivere io». «La guerra dei poveri» piacque molto anche allo
scrittore Italo Calvino, che aveva già apprezzato il suo modo di lavorare
sulla memoria: «Nuto Revelli dalla fine della guerra lavora con un'idea
fissa: far sì che le prove sopportate dagli italiani più silenziosi e più
dimenticati e più pazienti non vadano perdute». In occasione della
pubblicazione nella collana Einaudi Tascabili della nuova edizione del
libro, Corrado Stajano aveva, invece, osservato: «Nuto Revelli è autore di
alcuni dei libri-verità più belli e più cupi fra quanti siano usciti sulla
guerra, sulla disfatta, sulla morte di centinaia di migliaia di soldati
mandati al macello dal fascismo, sul riscatto della Resistenza».


Unanime il cordoglio in tutti gli ambienti politici e culturali. Tanto più
in quelli legati ai valori della Resistenza. «Nuto Revelli ha
rappresentato con le sue scelte e i suoi scritti una parte importante e
vitale del nostro paese: con la sua sensibilità di fine intellettuale,
Revelli, ha sentito per tutta la vita la responsabilità morale di
mantenere accesa la memoria degli anni del secondo conflitto mondiale, il
dovere di raccontare l'antistoria», sono le parole usate dal segretario ds
Piero Fassino.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
unknown
2004-02-05 20:15:40 UTC
Permalink
militare.
Post by sergio
Interessante. Quale divisione nazista blocco' per una settimana? qualcuno
ha qualche resoconto di quella settimana?
Come il solito quando si tratta di storia militare si raccontano frottole.
Non era una divisione ma un Kampfgruppe della 90° PzGr., circa 3000 uomini a
cui si contrapponeva la brigata di Giustizia e Libertà "Fratelli Rosselli"
di 600 patrioti.
Sbarrarono la stada per il Colle della Maddalena per sette giorni, il tempo
necessario per gli alleati per poter scendere in forze nella pianura Padana.
Ma questi non erano i loro obbietti, arrivarono guardarono e se andarono,
lasciando i Maquis francesi soli. Una volta arrivati i grenadier tedeschi li
sterminarono e occuparono la linea oltre Larche, che tennero (la Littorio)
fino all'aprile 1945.
Avevo fatto molto tempo fa un post sull'argomento, se pazientat ve lo
ripropongo completo con il periodo francese.

Sapevo che da qualche anno era molto malato, dopo la scomparsa della moglie
era molto peggiorato e mi aspettavo questo giorno.



Breve cenno della carriera militare:

Uscito dall'accademia di Modena viene assegnato al btg. Tirano e partecipa
alla campagna di Russia. Ferito, decorato di medaglia d'argento e promosso
sul campo a Capitano. Dopo l'8 settembre partecipa alla resistenza cuneense
rimanedo ferito gravemente in un incidente. Terminata la guerra è decorato
di medaglia d'argento e promosso Maggiore (il più giovane maggiore
dell'esercito italiano), ma lui rinuncia alla carriera militare "mi tolsi la
divisa l'8 settembre e non me la rinisi più!".


Saluti

Koll Kurtz

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Alessandro Santini
2004-02-05 18:55:47 UTC
Permalink
Post by unknown
Conoscendolo molto bene mi astengo da commemorazioni, che da personaggio
"ostico" quale era non avrebbe gradito.
Sinceramente ti invidio. Io lo conosco solo attraverso i suoi scritti e,
leggendoli, ho sviluppato un'ammirazione per Revelli che ho per pochi altri.

Per chi non avesse letto niente di Nuto Revelli qui di seguito trovate
una bibliografia disponibile in libreria.

Ale

Nuto Revelli
Il disperso di Marburg, 1997
pp. 177, Einaudi Tascabili
ISBN 880614653X EURO 7,23

Nuto Revelli
Il mondo dei vinti, 1997
pp. 435, Einaudi Tascabili
ISBN 8806143239 EURO 11

Nuto Revelli
Il prete giusto, 1998
pp. 113, Struzzi, EINAUDI
ISBN 8806150286 EURO 9,3

Nuto Revelli
L'anello forte, 1998
pp. XCV-523, Einaudi Tascabili
ISBN 8806136887 EURO 11,36

Nuto Revelli
L'ultimo fronte, 1989
pp. LXVII-354, Struzzi, EINAUDI
ISBN 8806115561 EURO 17,56

Nuto Revelli
La guerra dei poveri, 1993
pp. 420, Einaudi Tascabili
ISBN 8806132717 EURO 10,33

Marco Revelli
La politica perduta, 2003
pp. 138, Vele, EINAUDI
ISBN 8806167049 EURO 7

Nuto Revelli
La strada del davai, 1980
pp. XXI-601, Struzzi, EINAUDI
ISBN 8806510037 EURO 20,66

Nuto Revelli
Le due guerre, 2003
pp. XV-197, Struzzi, EINAUDI
ISBN 880616452X EURO 12,5

Nuto Revelli
Mai tardi, 2001
pp. 208, Einaudi Tascabili
ISBN 8806159623 EURO 8,78

Marco Revelli
Oltre il Novecento, 2001
pp. XIV-286, Struzzi, EINAUDI
ISBN 8806156209 EURO 14,46
unknown
2004-02-05 20:52:03 UTC
Permalink
Attenzione che Marco è il figlio.

Saluti

Koll Kurtz

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Alessandro Santini
2004-02-05 21:33:12 UTC
Permalink
Post by unknown
Attenzione che Marco è il figlio.
Ooops! La fretta. Scusate.

Ale
Dott. Piergiorgio
2004-02-05 20:52:45 UTC
Permalink
Post by Koll Kurtz
Oggia a Cuneo è "andato avanti" Benvenuto (Nuto)Revelli.
Ufficiale alpino e valoroso comandante partigiano.
Onore al Comandante Revelli !

Saluti,
Dott. Piergiorgio.
unknown
2004-02-06 14:59:32 UTC
Permalink
Brigata G. L. "Carlo Rosselli"

Il 13 luglio 1944 salta il ponte dell'Olla sullo Stura di Demonte, la
Valle Stura è liberata da Gaiola al valico di confine del Colle della
Maddalena (Col de Larche per i francesi), nasce la "repubblica
partigiana". Le armate alleate sono all'attacco lungo la linea Gotica, gli
inglesi stanno combattendo per Rimini gli americani a Passo Futa/Giogo di
Scarperia sono prossimi a Bologna.
Si crede che la guerra sia alla fine. In valle Stura salgono molti giovani
per sottrarsi ai bandi repubblichini, ingrossando le file della
resistenza. Al ponte dell'Olla, sostituito da una passerella, vi è il
posto di blocco partigiano dove i Carabinieri controllano chi entra in
vallata. Alla domenica si svolge una sorta di "visita parenti", in tutta
la valle si vive un'euforia che convince anche i pessimisti
dell'inespugnabilità della valle. Si scavano trincee "sarà la nostra
Alcatraz", su un pianale della tranvia si monta un cannone da 47/32 in
funzione anticarro.
I responsabili della resistenza (Livio Bianco) si preoccupano di questo
stato, ordinano a Nuto Revelli di assumere il comando militare "per
sgomberare al più presto ogni complicazione".
Come temevano, gli eventi incalzavano, il 15 agosto gli alleati sbarcano
in Provenza, e la Valle Stura si trova in prima linea.

Nota di servizio:
Benvenuto (Nuto) Revelli nato a Cuneo nel 1919, ufficiale in s.p.e. esce
dall'accademia di Modena alla sua chiusura nel 1941 col grado di Tenente.
Partecipa alla campagna di Russia nel btg. TIRANO. Ritorna Capitano con
una promozione sul campo, una medaglia d'argento al valor militare, una
ferita di guerra, una brutta pleurite, due parabellum e un MP40 è l'odio
per i tedeschi. La leggenda narra che per una questione di precedenza
durante la ritirata, un gruppo di tedeschi tagliò la colonna delle slitte
dei feriti della TRIDENTINA, risolse la disputa sparando un colpo di
pistola in testa ad un crucco. Al termine della guerra gli è concessa una
seconda medaglia d'argento e la nomina a Maggiore (il più giovane
dell'Esercito Italiano), ma lascerà l'esercito, "mi tolsi la divisa l'8
settembre e non me la rimisi mai più".

Alle ore 13 del 17 agosto un Kampfgruppe composto dal II btg. del
Grenadier-Regiment 80 più una batteria d'obici da 105 e unità reggimentali
della 34a ID. (circa 1500 uomini), attaccano violentemente il fondovalle,
sfondano e disperdono i blocchi partigiani, "... le lunghe raffiche della
Fiat 35 sono le sole, spaventosamente sole ... non rimane altro dello
schieramento di fondovalle ... una mitraglia sempre più stanca, più
melanconica.", "... una pattuglia di tedeschi, calzoncini corti, camicie
mimetiche, pistolmachinen imbracciate ... avanzano circospetti pronti per
aprire il fuoco ... Spariamo con i Thompson, svuotiamo i caricatori. Poi
seguendo la rotabile, corriamo disperatamente verso Moiola ... corriamo a
zig zag, senza mai voltarci indietro".
L'attacco fu così rapido che non si fece in tempo a far saltare neanche la
passerella sullo Stura.

I tedeschi si fermano sulle posizioni di fondovalle e non sfruttano lo
sfondamento. Il 18 affluiscono reparti della 90a Panzer-Grenadier-Div., si
tratta del Kampfgruppe del Grenadier-Regiment (mot.) 200 composto dal I e
II btg. più mezzi blindati e artiglieria (circa 3000 uomini). Il
Kampfgruppe della 34a ID viene inviato verso la Valle Roia in direzione
Ventimiglia.
La marcia del Kampfgruppe e lenta e metodica, pattuglie avanzate e sui
fianchi della colonna per premunirsi dalle continue schermaglie con i
partigiani e dalle gravi perdite subite per un attacco di
cacciabombardieri alleati.
Questi due giorni di sosta permettono al comandante Revelli di raccogliere
i reparti sbandati e tentare una difesa in alta valle. A Pianche si
appresta uno sbarramento vengono posizionate le armi automatiche e i
mortai da 45 e 81.
Alle 17,30 del 20 agosto la prima pattuglia tedesca penetra guardinga
nell'abitato di Pianche, seguita nei mirini delle armi dei partigiani "...
ordine categorico ... non sparare, ma di colpo parte un'intensa
sparatoria", sono gli abitanti di Pianche che alla vista dei tedeschi che
rincorrevano le loro galline non hanno resistito.
Alle 18,00 il rombo della colonna motorizzata tedesca avanza, ci si
aspetta che giunti a tiro si preparino ad attaccare con la fanteria
appoggiata dall'artiglieria. Ma! "... è strano, questa volta ho
sopravvalutato i tedeschi. Sono bestioni che non sempre sanno fare la
guerra. Mai vista tanta ingenuità" La colonna sale lentamente curva dopo
curva "Guardiamo sgomenti. Li abbiamo ad un tiro di schioppo, quasi fermi,
paralleli al nostro schieramento ... saranno 200 metri dalle nostre armi
... Questi bestioni credono di essere al coperto, non sanno di aver
superato l'ultimo sperone ... scendono dai mezzi, ordini che sembrano
imprecazioni, brevi secchi ... Sparano tutte le nostre armi; fucili,
mitragliatrici, mortai .. un fuoco d'inferno che riempie di tuoni la
vallata"
Dopo aver respinto un secondo attacco, i partigiani ripiegano in direzione
di Bagni di Vinadio. I tedeschi sono bloccati dall'attacco e
principalmente dai tre ponti fatti saltare a Pianche.

A Demonte, ormai saldamente in mano tedesca, compaiono i fascisti,
prelevano dall'ospedale un giovane del paese, ferito (Renzo Spada), lo
torturano e lo impiccano ad un lampione.

Riparate le interruzioni, i tedeschi, continuano la progressione in
direzione Colle della Maddalena.
Il 22 in località Murens-Barricate vengono bloccati dalle interruzioni
(vengono attivate le interruzioni previste nel Vallo Alpino), le
mitragliatrici e mortaio da 81 continuano a tenere queste interruzioni
sotto il loro fuoco dalle 8,30 a 12,00 poi finiscono le munizioni, i
partigiani distruggono le armi ormai inservibili, ripiegando verso
Ferriere Andelplan, sistemandosi a difesa.
Ormai i reparti partigiani sono provati da giorni di combattimento, senza
più munizioni e viveri, l'importante ora è salvarsi!
I granatieri tedeschi ormai non hanno più nessun ostacolo, piombano su
Larche discendono in Valle Ubaje disperdendo le forze francesi delle FFI.
I tedeschi si attestano sulla linea delle fortificazioni francesi, che
terranno con i granatieri della Littorio fino all'aprile 1945.
I tedeschi impiegarono sette giorni per arrivare a Larche, tempo
sufficiente agli alleati per occupare il Colle della Maddalena e avere la
strada aperta per la pianura Padana. Molti patrioti italiani si
sacrificarono per tenere aperte simili occasioni sulle Alpi, ma non
vennero sfruttate.
Torniamo alla Brigata "Carlo Rosselli", i problemi della logistica
diventano impellenti, la massa dei disarmati grava sui combattenti. I
tedeschi, conquistato il fondo valle, risalgono le vallim laterali per
garantirsi la sicurezza del transito.
Con una marcia estenuante la Brigata raggiunge il Santuario di Sant'Anna
di Vinadio, qui Revelli decide lo sfoltimento. Di 600 uomini ne seleziona
250, poi la "rivista corredo", chi parte deve lasciare gli indumenti e
scarpe "buone" a chi resta "La Brigata è adesso un reparto organico, di
gente decisa a continuare, magari a denti stretti.".
Il giorno seguente si muove per il Colle della Lombarda, prosegue per le
baracche di Ciastiglione (oggi stazione di sci Isola 2000) e scende al
villaggio di Molières. Durante la sosta vengono mandate pattuglie nei
dintorni per valutare la situazione. Una di queste cattura tre doganieri
tedeschi "... erano proprio i tedeschi d'Isola, quelli che ammazzarono
Franceschi e gli altri nel luglio scorso ... nessuna pietà ... uno dei
tedeschi aveva una foto dei figli e piangeva e tremava ... la solita
storia, capiscono tutto, ridiventano uomini quando sono perduti...".

L'intenzione di Revelli è quella di aspettare che le cose si calmino per
rientrare in Italia dalla Valle Roia Viene raggiunto da un messaggio di
Flight (ufficiale di collegamento inglese) che gli chiede di scendere in
Valle Tinée per impedire che venga occupata dai tedeschi. Viene radunata
la Brigata in assemblea e viene prospettato la discesa in Francia; si
chiede una scelta! Le privazioni associano la Francia alle razioni K, alle
Chesterfield, agli americani e i partigiani scelgono "FRANCIA"!
Non sarà così!
La brigata passerà tutto l'inverno sul fronte con gli americani, in un
continuo confrontarsi con i francesi, al culmine delle provocazioni
francesi si sfiora lo scontro armato.
Rientrerà a gruppi in Italia, il 28 aprile 1945 cade combattendo in Cuneo
Ferrante Giovanni rientrato il giorno prima dalla Francia.


Della permanenza francese ci sarebbe da raccontare ancora molto, se a
qualcuno interessa ... io sono qua!

Koll Kurtz








--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
unknown
2004-02-06 17:11:00 UTC
Permalink
Continuo nel racconto.

Il 26 agosto la brigata si porta a Mollieres (villaggio abitato da francesi
ma in territorio italiano "territori di caccia"). Il 28 ,secondo gli accordi
con gli alleati, la brigata schede in Valle Tinea e raggiunge Isola "...
Accoglienza festosa a Isola. Con i tedeschi vicini ed i maquis lontani ....,
la popolazione ci accoglie come liberatori". Il 29 la brigata si dispiega
lungo la vallata. Una colonna americana raggiunge il paese, una breve sosta
e rientra a Nizza lasciando soli i partigiani ad affrontare tedeschi. Lungo
il vallone di Ciastiglione i tedeschi hanno occupato le opere fortificate
(Chastellard) e di li con pattuglie scendono a valle in cerca di viveri
contrastate dalle pattuglie partigine. In questi scontri cadono sia
partigiani italiani che giovani del paese.
I giorni passano in queste continue scaramucce, le munizioni scarseggiano i
viveri ormai sono finiti "Patate bollite, patate bollite" è il ritornello
che si sente, dopo poco i montanari francesi non denunceranno più i furti di
patate "... hanno inaugurato un nuovo sistema, portano via il tubero e
lasciano in piedi la pianta!". Anche i francesi stanno ringalluzendosi, un
ubriaco li apostrofa "partigiani italiani, perché non gridate più viva il
duce?". Di questi attacchi nei mesi successivi ne dovranno sopportare
parecchi e solamente la solidità del reparto impedirà gravi conseguenze.
Cominciano le partenze, alcuni non condividendo il comando si allontanano.
Il 9 settembre, come comunicato dall'ufficiale di collegamento inglese
Flinght, avviene un lancio (il primo e ultimo) sul pianoro di Auron. Per
tutta la notte si sparpagliano nella ricerca dei colli e la mattina vengono
inventarianti nell'albergo di Auron.
I tedeschi dalle posizioni di Barbacana e Collalunga hanno assistito al
lancio e la mattina scendono a far bottino. Ma vengono contrastati dalle
postazioni predisposte e montando una Browning del lancio colpiti anche
dalle posizioni di Auron " I tedeschi, sul terreno raso, sembrano impazziti:
corrono verso l'alto, cercano punti defilati, strisciano sulla mulattiera.
Pestarli è stato facile.".
Il 10 settembre gli americani arrivano in vallata, viene convocata una
riunione a St. Etienne tra partigiani, americani e francesi, per concordare
le operazioni con il nuovo responsabile militare il colonnello americano
Jork "... Il colonnello Jork era assente, e nell'attesa osservai i
paracadutisti di servizio. Strani soldati, tranquilli beati come a cento
chilometri dal fronte: sembravano borghesi. Mi dicevo: riconoscerò il
colonnello quando li vedrò scattare. Arrivò un ufficiale, ma nessuno si
mosse. Era il colonnello Jork.".
Dopo i tedeschi si fecero avanti i francesi pretendendo il lancio avvenuto,
asserendo che in questo erano compresi dei bracciali con la croce di Lorena
perciò il materiale era loro.
Ma i rapporti di forza erano in favore dei partigiani e alle richieste
"Resistiamo". (I bracciali erano realmente nel lancio).
Il 12 settembre arrivano mezzi blindati e artiglieria americana che
colpiscono gli osservatori di Collalunga e Barbacana "... individuati alcuni
obbiettivi inizia un tiro martellante: un tiro a vuoto, un'azione
dimostrativa. Sparano per ore di seguito. Per noi tutto ciò e
incomprensibile. Penso alla Russia, con i colpi contati ...".
Il 15 settembre avviene il trasferimento della brigata a Belvedere e si
schiera all'imboccatura della valle Gordolasca (all'epoca italiana),
accoglienza festosa della popolazione francese " ..i tedeschi sono poco
lontani .. ". Si cerca il contatto con l'Italia e parte subito una pattuglia
che dal rifugio Imperia (oggi Nizza) attraverso il Collo dei Sabbioni
raggiunga l'Italia.
La situazione rimane molto tesa "... tollerati dai francesi, controllati
dagli inglesi, comandati dagli americani ..". Ma la necessità alleata di
avere un efficiente reparto "alpino" momentaneamente fa superare gli
ostacoli "..Il nostro armamento è migliorato: gli americani cedono Thomson e
Tommy Gun, carabine e pistole .." poi "... hanno prelevato divise e
vestiario usati dal reggimento paracadutisti ... indumenti lavati e
sterilizzati, già dei caduti e feriti del reparto, con buchi di pallottole o
strappi di schegge ... ".

Alla prossima puntata.

Saluti

Koll Kurtz



--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Lorenzo M1A1
2004-02-06 17:56:53 UTC
Permalink
Molto interessante grazie!
Questo è un tuo re-post o sono passaggi da un suo libro?
Ciao,
Lorenzo (M1A1).
unknown
2004-02-06 20:56:24 UTC
Permalink
Molto interessante grazie!
Post by Lorenzo M1A1
Questo è un tuo re-post o sono passaggi da un suo libro?
Ciao,
Il virgolettato e suo e lo ricavo dalla "La guerra dei poveri", poi per il
resto faccio riferimento ad altri scritti tipo: "Terroristen" di Aldo
ferrero o "Guerra partigiana" di Dante Livio Bianco, "Un ribelle come tanti"
di Aurelio Visetti (Elio), "La valle stura in guerra". Poi articoli del
periodico (Il presente e la storia) dell'Istituto della Resistenza di Cuneo
di Walter Cundari (Wolf), di Valpreda ed altri che erano nella Brigata
"Fratelli Rosselli" in Francia.
Poi per la verifica degli archivi tedeschi a Carlo Gentile e altri. Comunque
sono molte le testimonanze sui fatti.


Un poco di polemica: nell'articolo della Monte Rosa, quello dei Mauser 7,60
è riportata una foto che viene attribuita alla Monte Rosa, è un plagio
proviene da un servizio fatto "per i posteri" dai partigiani della "Fratelli
Rosselli" sulle Alpi Marittime.
Mi riferisco al militatre in tuta bianca con MP 40.
Tale servizio e depositato presso la sede centrale degli Istituti Storici
della Resistenza di Milano e copia a Cuneo.


Saluti

Koll Kurtz

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
LB
2004-02-11 09:57:22 UTC
Permalink
Post by unknown
Il virgolettato e suo e lo ricavo dalla "La guerra dei poveri", poi per il
resto faccio riferimento ad altri scritti tipo: ...
Complimenti, questi testi su Revelli sono interessanti e scritti bene.

Si può dire anche che fu l'autore di "Pietà l'è morta", sull'aria della canzone
della I GM "Sul ponte di Bassano", già ripresa dagli alpini della Julia in
Albania.
Revelli mostrava già doti letterarie, come un altro capo partigiano, Felice
Cascione, caduto nel '44, che scrisse "Fischia il vento", dalla famosa canzone
russa.

Ciao e grazie
Alessandro Santini
2004-02-11 11:42:49 UTC
Permalink
Post by LB
Si può dire anche che fu l'autore di "Pietà l'è morta",
Non solo, e' anche tra gli autori de *La Badoglieide* il testo della
quale riporto in calce. Chi vuole l'MP3 mi scriva.

Ciao

Ale

O Badoglio, Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio
col tuo degno compare Vittorio
ci hai gia rotto ahbastania i coglion.

T'l'as mai dit parei
T'l'as mai dit parei
T'l'as mai dit, t'l'as mai fait,
T'l'as mai dit parei
T'l'as mai dilu: Si Si
T'l'as mai falu: no no
tutto questo salvarti non puo.

Ti ricordi quand'eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano
sei davvero un gran bel porcaccion.

Ti ricordi l'impresa d'Etiopia
e il ducato di Addis Abeba
meritavi di prender l'ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che I'Italia copriva d'infamia
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti piu bello
rassegnavi le tue dimission.

A grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini
ma che importa, ci sono i quattrini
e si aspetta la buona occasion.

L'occasione e' arrivata
E' arrivata alla fine di lugIio
ed allor, per domare it subbuglio,
ti mettevi a fare it dittator.

Gli squadristi li hai richiamati
gli antifascisti li hai messi in galera
la camicia non era piu nera ma
il fascismo restava il padron.

Era tuo quell'Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull'amor di Petacci
t'affannavi a dar fiato alle trombe
sull'Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati
anchhe tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pieta'.

Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure;
siete proprio due sporche figure,
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d'Italia
mentre voi ve ne state tranquilli
ma non crederci tanto imbecilli
da lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi piu' non vi vogliamo
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia piu' posto non c'e.

T' l'as mai di parei,... ecc.
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
sergio
2004-02-11 12:53:10 UTC
Permalink
Post by Alessandro Santini
Post by LB
Si può dire anche che fu l'autore di "Pietà l'è morta",
Non solo, e' anche tra gli autori de *La Badoglieide* il testo della
quale riporto in calce. Chi vuole l'MP3 mi scriva.
perche' no? ;)
una nota : Nel dopoguerra , in piena "strategia della tensione" , gli Stormy
Six fecero sulla falsariga di questa canzone l'altrettanto nota
"Birindelleide" dedicata ai vari ufficiali golpisti, a partire
dall'ammiraglio Birindelli, che insieme ai vecchi arnesi fascisti come
J.V.Borghese tramavano contro la democrazia italiana.

ciao
Sergio

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
absolut
2004-02-11 15:59:40 UTC
Permalink
Post by sergio
una nota : Nel dopoguerra , in piena "strategia della tensione" , gli Stormy
Six fecero sulla falsariga di questa canzone l'altrettanto nota
"Birindelleide" dedicata ai vari ufficiali golpisti, a partire
dall'ammiraglio Birindelli, che insieme ai vecchi arnesi fascisti come
J.V.Borghese tramavano contro la democrazia italiana.
Gli Stormy Six furono abbastanza attivi verso la fine degli anni 70
(in piena epoca di terrorismo in Italia ed in Germania).
Nel loro repertorio avevano parecchi pezzi ispirati alla storia, e
sono forse una delle migliori dimostrazioni di come la storia possa
essere "adattata" a proprio uso e consumo.
A distanza di quasi trent'anni... ricordo ben pochi titoli, ma giova
ricordare che un unico pezzo che ebbe un minimo di notorieta',
"Stalingrado", ispirato proprio alla battaglia di Stalingrado.
Altri loro brani di contenuto storico sono quelli sulla "celebrazione
per l'esposizione del cadavere di Mussolini in Piazzale Loreto" (Un
biglietto... un biglietto del tram... per andare... in Piazzale
Loreto), l'arrivo degli americani in Italia (arrivano gli americani,
garibaldini marziani....)... e spingendosi con i loro pezzi al XIX
secolo, contro le modalita' dell'unita' d'Italia (Pontelandolfo la
campana suona per te, per tutta la tua gente, per i vivi e gli
ammazzati)... (quel fucile alzato al cielo e mai usato, non e' pronto
per Vittorio Emanuele. Tre fratelli contadini di Venosa (?) si
rifiutano di metter la divisa...).

Nel complesso... non mi pare che siano citabili come valido esempio di
"storia applicata alla canzone"

Absolut
Alessandro Santini
2004-02-11 16:35:16 UTC
Permalink
Post by sergio
perche' no? ;)
Mandami una mail cosi' te la mando in reply.
Post by sergio
una nota : Nel dopoguerra , in piena "strategia della tensione" , gli Stormy
Six
E chi erano gli Stormy Six? Piu' che il nome di un gruppo progressita
pare il titolo di un libro di Tom Clancy :)

Ale
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Koll Kurtz
2004-02-11 18:04:47 UTC
Permalink
come un altro capo partigiano, Felice Cascione, caduto nel '44,


Altro pezzo di storia poco conosciuta, prima Cascione poi la Brigata
Garibaldi che prese il suo nome, siamo nell'imperiese, Col di Nava, Triora,
Upega, furono protagonisti di duri combattimenti. Contrariamente ai
cuneensi, piemontesi e valdostani che dovettero lasciare le zone del fronte
alpino questi restarono e non mancarono di attaccare sia il retro del fronte
in Val Roia, che le postazioni di difesa costiera.
I tedeschi per controllare le loro retrovie erano costretti a tenere il
terzo reggimento della 34 Divisione come controguerriglia.
In un libro "Un bersagliere nella rsi! di Mirko Cerati (II btg bersaglieri
costieri), racconta che erano di difesa costiera nel tratto di costa
imperiese. A turno una compagnia andava in prima linea ad Amelia (Grimaldi,
Mortola, Torri), bene questo era considerato come periodo di sicuro riposo
lontano dai pericoli della guerra partigiana.
I tedeschi ci andarono con la mano pesante e la risposta fu altrettanto
dura.

Momentaneamente ho degli impegni, appena mi libero (la prossima settimana)
continuo.

Ve ne racconto una: ai primi di maggio 1945 i francesi arrivano a Pieve di
Tecco (il loro progetto era l'annessione fino al Col di Nava) con l'incarico
di recuperare le salme di due piloti francesi. Questi abbattuti nel Piemonte
si erano aggregati ai partigiani, catturati erano stati poi fucilati dai
tedeschi nell'aprile 1945.
Arrivano e vedono i prigionieri tedeschi e domandano "chi è stato?" i
partigiani indicano un maresciallo tedesco, "pourquoi ne pas tué?" i
partigiani rispondono che hanno ordine di consegnare i tedeschi agli
alleati, " a bien nous sommes les alliés, bosce avec nous" bramm .. fucilato
contro un muro.

Saluti


Koll Kurtz


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Amedeo Matteucci
2004-02-06 18:47:33 UTC
Permalink
Mi unisco anch'io al cordoglio per la scomparsa di un così particolare
patriota.

Saluti,

Amedeo
Loading...