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Quinto Sertorio e la rivolta ispanica (79-72 ac)
(troppo vecchio per rispondere)
Ball
2004-10-10 17:44:58 UTC
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Come sapete, a leggere le cose altrui si notano gli errori, quindi se ci
sono correggeteli.
Ho tirato un pò per lunghe questo tema perchè credo che, aldilà del valore
di questo romano, la rivolta ispanica non sia conosciuta bene da tutti e
spero di averla fatta conoscere un pò meglio.
Ovviamente non sono entrato troppo nello specifico dei rivolgimenti politici
del periodo, meriterebbero un 3d tutto per loro.

Antefatto ultra-sintetico del periodo.

La rivolta ispanica si inserisce in uno dei periodi più difficili della
storia di Roma. Un'altra guerra civile - appena conclusa quella sociale -
era sul punto di scoppiare da un momento all'altro, complice il ritiro dalla
vita politica e in seguito la morte di Silla, l'uomo forte che aveva dato un
assetto alla città; populares ed oligarchici avevano disperatamente bisogno
di un uomo di personalità che stesse dalla loro parte; l'assoluta carenza di
personaggi di talento permise il fiorire di mediocri interpreti dell'arte di
far carriera e così apparvero, tra più e meno validi, Metello, Catulo,
Lepido, i Luculli, Pompeo, Crasso (sò che qualcuno storcerà il naso, ma
sono ovviamente giudizi personali e un pò severi, almeno sui Luculli :) ).
L'avventura ispanica di Sertorio, dunque, si dipana in un periodo in cui
inizialmente viene tollerata come una sventura passeggera, grazie alla
presenza di Silla e dei suoi veterani, ma poi acquista tutta un'altra
pericolosità alla morte dello stesso: l'oligarchia da sola doveva
fronteggiare a Roma un opposizione che con Lepido attese a mala pena che
Silla chiudesse gli occhi, prima di trovare il pretesto per far scoppiare
un'insurrezione e quindi la Spagna e i suoi ribelli potevano assurgere a
nuovi livelli di influenza.
Insomma uno stato romano molle e debole che doveva affrontare più di una
minaccia interna, era in balia del clientelismo e che non aveva le qualità
morali e di comando per opporsi alla ribellione ispanica.
Un'ulteriore crisi poteva alimentare le speranze non sopite dei nemici
interni come di quelli esterni. Dobbiamo aspettare la sconfitta di Lepido al
Campo di Marte e la ''richiesta'' da parte di Pompeo di avere il comando di
Spagna, perchè l'attenzione di Roma si sposti definitivamente nella penisola
iberica, libera dalle problematiche interne.
Era il 77 ac.

Profilo di Sertorio.

Sertorio iniziò la sua carriera militare durante le invasioni dei Cimbri e
dei Teutoni, nel 107 ac nelle legioni di Cepione; durante la tragica
ritirata romana, a seguito della sconfitta di Arausio, si distinse per
essere riuscito ad attraversare il Rodano, ferito e completo di armatura.
Caio Mario lo vuole tra le sue file e apprezzandone le doti morali e
fisiche, gli assegnò missioni delicate. Nel corso di queste missioni era
solito travestirsi da celtico, arrivando ad impararne la lingua e a
trascorrere alcuni mesi in mezzo a loro per conoscerne l'effettiva entità.
Nel 98 ac, dopo la sconfitta dei barbari, fu inviato in Spagna dove si
forgiò definitivamente e dove le sue capacità gli diedero grande fama.
La rivolta di Castulo, per quanto stroncata nel sangue, gli fece guadagnare
ulteriore rispetto anche da parte delle popolazioni indigene.
Nel 91 ac divenne questore della Gallia cisalpina dove si distinse per
l'alacrità con cui procurava armi e soldati.
Quando Mario e Silla vennero ai ferri corti, Sertorio rimase fedele a
Mario - complice anche un Tribunato militare non conferitogli per
l'opposizione dello stesso Silla - e nell'83 ac divenne pretore della Spagna
citeriore, risparmiandosi così il bagno di sangue conseguente alla presa di
potere da parte di Silla.
Questo ritorno gli calzava a pennello e in breve tempo riuscì ad ingraziarsi
ancora una volta le popolazioni locali instaurando un rapporto costruttivo
tra indigeni ed elementi romani, ma nell'81 Silla gli mandò contro Valerio
Flacco e Annio Lusco, che inutilmente tentarono di forzare i passi dei
Pirenei che erano tenuti da Livio Salinatore con 6000 fanti: si pagò allora
un assassino che fece quello che i due imbelli romani non erano riusciti a
fare. Sertorio, rimasto con poche migliaia di uomini, capì l'impossibilità
di resistere e si imbarcò per la Mauritania.

La prima fase.

Sertorio ritornò in Spagna (80 ac) chiamato dai Lusitani che erano rimasti
molto impressionati dalle sue gesta militari e gli mandarono un'ambasciata
perché assumesse il comando delle loro milizie: 20 comuni aderirono e lui
stesso riuscì a raccogliere 2600 romani, per lo più disertori. Si rese conto
che il successo dipendeva dal riuscire ad associare alle schiere
indisciplinate dei guerriglieri un nerbo di truppe romane disciplinate e ben
organizzate: riuscì così ad approntare un esercito di 4000 fanti e 700
cavalieri e con questi affrontò Tufidio, comandante della Spagna ulteriore,
che fu completamente battuto presso il fiume Baetis, lasciando sul campo
2000 soldati.
Fu allora sollecitato l'intervento del governatore della provincia
dell'Ebro, Calvino, affinché ponesse un argine all'avanzata dei sertoriani,
poi fu la volta dell'esperto Metello, personalmente inviato da Silla (79 ac)
nella Spagna meridionale per chiudere la faccenda, ma Calvino fu sconfitto e
ucciso da Irtuleio, luogotenente di Sertorio, che affrontò e sconfisse anche
Manlio, governatore della Gallia ulteriore.
A Metello non andò meglio; dapprima una parte delle sue truppe fu attirata
in un'imboscata da Sertorio, durante l'assedio di Longobrida, costringendolo
a levare l'assedio, poi lo stesso sconfisse le truppe comandate da Thorio
(Dorio) sul fiume Anas; il comandante romano era continuamente tormentato da
una guerriglia che tagliava i convogli e le comunicazioni, lo circondava da
ogni parte e rifiutava costantemente una battaglia decisiva.
Sertorio affrontò con poco più di 9000 uomini armati alla leggera, i due
eserciti romani che assommavano 40.000 legionari e molte migliaia di
ausiliari.
Il popularis ribelle controllava ora gran parte della penisola, dalla Sierra
Morena ai Pirenei; la sua presenza si avvertiva fino alla Narbonensis e
all'Aquitania, in più erano giunti i superstiti dell'esercito di Lepido, al
comando di Perperna, a rimpolpare le sue file (20.000 fanti e 1300
cavalieri).
Mantenne un'alleanza con i pirati, cosa che gli permetteva di ricevere aiuti
e rifornimenti via mare e nel contempo di tenere impegnate le flotte romane.
Fu forse questo incremento della componente cittadina che lo spinse ad
accelerare la sua opera di romanizzazione della Spagna: Sertorio aveva una
conoscenza perfetta anche sotto un profilo psicologico, di quel paese.
Conosceva la natura dei suoi abitanti, i metodi di guerriglia, le loro
aspirazioni, le loro usanze, le loro superstizioni, e di tutte queste
componenti seppe servirsi perfettamente.
È giusto sottolineare che il suo obiettivo non fu mai quello di separare le
province iberiche da Roma, semmai di farne il centro di una sorta di governo
popularis in esilio e mescolare il ceppo italico residente con la componente
indigena. Fu anche per questo che costituì un senato di 300 membri tra i
residenti nella penisola e fece costruire ad Osca, la capitale, una scuola
di cultura greco-latina che si prefiggeva di educare i i figli delle
famiglie iberiche più nobili ed accelerarne così la romanizzazione (figli
che ovviamente diventavano un comodo ostaggio per mantenere i legami di
alleanza....).
Quello che stava facendo lui in Africa fu un primo tentativo di mettere in
atto la romanizzazione con il romanizzare gli abitanti delle province e non
con l'estirpare gli antichi abitanti per sostituirli con emigrati italici.
Era il 77 ac.

La seconda fase.

A questo punto intervennero 2 fatti che fecero pendere la bilancia dalla
parte di Roma: secondo la storiografia ''ufficiale'' è proprio in questo
periodo che risale un'ambasceria di Sertorio nei confronti di Mitrididate -
il nemico mortale - per cercarvi alleanza, il che portò in Roma la coscienza
che in quel momento Sertorio era il maggior pericolo per le istituzioni e
difatti inviarono Pompeo con un esercito ben addestrato di 30.000 legionari,
1500 cavalieri e alcune migliaia di ausiliari, più le forze rimaste a
Metello; il secondo fatto fu conseguente al suo atteggiamento di favore nei
confronti dei Celtiberi, rappresentanti il nucleo più numeroso, che
scontentava però i baschi e gli altri popoli che non vedevano di buon occhio
i favoriti Celtiberi, creando così una serie di microfratture tra le
alleanze che un minimo rovescio dell'esercito sartoriano avrebbe potuto
trasformare in una defezione di massa.
Gli iberici un po'come i galli.... :)
Pompeo arrivò in 40 giorni (76 ac) e preparò una campagna militare che si
prefiggeva di ottenere il controllo della costa e della Meseta: per la prima
volta, Sertorio perse l'iniziativa strategica e dovette dividere il suo
esercito in tre corpi, Perperna (20.000 soldati - 1000 cavalieri), Irtuleio
(15000 fanti - 200 cavalieri) e lui stesso (20.000 fanti - 500 cavalieri),
in una posizione intermedia in modo da intervenire come riserva in aiuto di
uno dei due.
Il primo scontro avvenne nei pressi di Lauro, dove Sertorio, che la stava
assediando, sconfisse Pompeo in modo perentorio e susseguentemente
anche una legione che era stata mandata in soccorso: in questi scontri,
tutto sommato minori, le perdite romane furono di circa 20.000 uomini.
Ma quello che di buono faceva Sertorio, con altrettanta abilità
distruggevano i suoi luogotenenti: nel 75 ac Irtuleio fu sconfitto da
Metello ripetutamente, fino a farsi uccidere, con i risultati che potete
immaginare tra le fila del suo esercito; a Perperna non andò di certo meglio
contro Pompeo, una volta che fu lasciato solo da Sertorio che andava in
aiuto di Irtuleio, e di positivo per lui ci fu solo il fatto di essersi
portato a casa la pelle.... ;-)
Prima della fine dell'anno ci fu forse l'ultima occasione per Sertorio di
affrontare e tentare di distruggere le forze di Pompeo, che al momento era
isolato, ma lo scontro nella piana del Sucro, che inizialmente vide Pompeo
battuto all'ala destra e ferito gravemente, Afranio vincitore alla sinistra
al punto di riuscire ad espugnare il campo dei sertoriani, almeno fino al
ritorno di Sertorio che l'obbligò a ritirarsi, non ottenne gli esiti
sperati, grazie anche a Metello che dopo un veloce avvicinamento - forse il
primo della sua vita :) - sconfisse Perperna e ne prese il campo.
Questi rovesci, come previsto, portarono alla defezione di molte
popolazioni, prima fra esse i Baschi che passarono dalla parte di Pompeo e
nel cui territorio cominciarono sorgere i castra romani, dei quali il più
noto, in onore di Pompeo, è l'odierna Pamplona.
L'ultimo scontro, nei pressi del fiume Turia, vide Sertorio sconfiggere
Pompeo che era alla testa della sua cavalleria e uccidere suo cognato Lucio
Memmnio; Perperna si faceva ancora sconfiggere da Metello che respingeva
vittoriosamente l'attacco che gli era stato mosso dal grosso dell'arma da
nemica. L'esercito di Sertorio si disperse, Valenza fu presa e distrutta,
Sertorio stesso veniva assediato nella fortezza di Clunia: la speranza di
essersi liberati definitivamente di un tenace avversario stava diventando
certezza, ma Sertorio riuscì a sfuggire all'assedio ponendosi anche
quell'anno alla testa di un esercito e per i generali romani si prospettava
la sconfortante prospettiva di dover occupare i quartieri invernali.
Con l'arrivo dell'inverno le opposte schiere si separarono per cercare posti
adeguati per svernare, ma era ormai evidente che le risorse a disposizione
di Pompeo erano enormemente superiore a quelle di Sertorio che, dalla tanto
decantata - dai suoi nemici - alleanza con Mitridate, non ottenne altro che
una quarantina di navi e circa 3000 talenti....
Melius abundare quam deficere.... :))

Con il nuovo anno (74 ac) i generali romani (con 50.000 uomini) iniziarono
la sistematica distruzione dei centri d'altura fedeli a Sertorio, Pompeo
seguendo l'Ebro, Metello marciando nella Ulteriore; ormai non era più in
grado di affrontare direttamente il nemico, per cui si risolse ad effettuare
rapide scorrerie in aiuto degli alleati, a minacciare costantemente le vie
di rifornimento e ad attaccare gruppi isolati di soldati: tattica utile ma
non risolutiva.
Gli stessi rifornimenti che erano garantiti dai pirati alleati, ormai non
giungevano più, avendo la flotta di Antonio Cretico liberato il mare dalla
presenza degli stessi e tenendo saldamente in mano tutta la costa iberica.
In aggiunta ad una situazione strategicamente negativa per il sertoriani, a
Roma fu promulgata la Lex Plautia de reditu Lepidanorum, che in pratica
consentiva l'amnistia ai seguaci di Lepido che avessero deciso di
arrendersi: non occorre che ve ne illustri gli effetti.
Metello inoltre gli mise una grossa taglia sulla testa.

Epilogo.
Gli iberici ormai stavano cedendo dappertutto: la terra dei celtiliberi era
ormai occupata da Pompeo e Metello aveva riconquistato gran parte della
Lusitania. Le defezioni tra le file dei sertoriani erano all'ordine del
giorno, ormai esasperato dalla delusione Sertorio, che era un leader
scaltro, coraggioso, rapido e duro quando necessario, si abbandonò sempre
più spesso a durissime misure repressive, si fidava della sola guardia del
corpo, guardava con diffidenza le persone, fino a commettere l'estremo
errore di far uccidere o vendere schiavi quei figli dei notabili indigeni
che teneva in ostaggio ad Osca.
Con questo gesto si inimicò gli gli ultimi iberici fedeli.
La sua tragica fine, avvenuta durante un banchetto e ordita da
Perperna, mise anche fine alla rivolta ispanica, perché colui che volle
sostituirsi a lui non ottenne lo stesso consenso da parte dei lusitani,
venne accettato un con diffidenza e riluttanza, e al primo scontro con
Pompeo mal condusse le truppe che furono completamente sbagliate.
In questo frangente il comandante romano si distinse per un gesto di grande
rilevanza: bruciò la compromettente corrispondenza di Sertorio che lo stesso
Perperna gli aveva consegnato nella speranza di aver salva la vita.
Scrive Mommsen: << così finiva la sua vita uno dei più grandi uomini, per
non dire il più grande, cui Roma avesse dato fino allora i natali, un uomo
che in circostanze più fortunate sarebbe stato il rigeneratore della sua
patria, e moriva per il tradimento d'una miserabile banda di emigrati, che
esso era stato condannato a comandare contro la patria. La storia non ama i
coriolani; anche per quest'uomo, il più magnanimo, il più geniale, il più
degno di compassione, essa non ha fatto eccezione>>.
Era il 73 ac.

Le fonti.
Due note finali sono sulle fonti primarie.
Sertorio è riportato nella storiografia ufficiale come un grande uomo, un
grande comandante, un uomo su cui si può contare, un uomo che non si
ritraeva di fronte agli impegni; tutto ciò ebbe termine con la sua scelta di
campo a fianco di Mario e con la vittoria di Silla.
Gli Optimates lo consideravano disponibile al tradimento e al complotto, in
balia del suo carattere violento e tendenzialmente all'avventura, un vero e
proprio reietto che aveva tradito la patria.
Così anche le fonti, tra le quali troviamo Sallustio e Plutarco - il quale
gli ha dedicato una delle sue Vitae - che ne evidenziano l'atteggiamento
''romano'' all'interno della sua provincia, le sue superbe capacità di
condottiero e la sua democraticità, almeno nel periodo iniziale.
Diversamente Livio, Appiano, e Diodoro, anche se quest'ultimo ci dà un
interessante descrizione delle capacità, delle caratteristiche combattive e
dell'uso delle armi del popolo iberico.
Credo che mai come in questo caso....in medio stat virtus!
--
A. Ball - Punico
Tarabas Hunnaur
2004-10-10 19:45:10 UTC
Permalink
Ball wrote:
[CUT]

Grazie Ball, bell'articolo, molto interessante! Soprattutto per chi,
come me, è quasi digiuno di storia romana.
Post by Ball
Come sapete, a leggere le cose altrui si notano gli errori, quindi se ci
sono correggeteli.
A tal proposito...

[CUT]
Post by Ball
Nel corso di queste missioni era
solito travestirsi da celtico,
Non si dice "da celta"?
Ciao
--
Tarabas Hunnaur - 10° deI FeSTosi - Referente Smial Bolgeri
"Ah, tutto accade una volta soltanto, ma una volta, sì, deve accadere."
La Storia Infinita, Michael Ende
Diego Cavigli
2004-10-11 06:30:52 UTC
Permalink
Il 10 Ott 2004, 19:44, "Ball" <***@iol.it> ha scritto:
[CUT]
Post by Ball
A. Ball - Punico
Bel post me lo leggero' con calma.

Salus

Diego


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
claudio nerone
2004-10-11 08:40:06 UTC
Permalink
Ottimo post Ball, su un argomento poco trattato dalla storiografia, almeno
quella italiana. Certo in Spagna la situazione è molto diversa, e gli
studi su Sertorio direi che abbondano.

Visto che sei stato molto esauriente nell'analisi delle vicende, per non
far morire il discorso su Sertorio qui, andrei a mettere a fuoco alcuni
aspetti da te presi in considerazione, in particolare sui numeri e sulla
compenente dell'esercito sertoriano.
Post by Ball
La prima fase.
Sertorio ritornò in Spagna (80 ac) chiamato dai Lusitani che erano rimasti
molto impressionati dalle sue gesta militari e gli mandarono un'ambasciata
perché assumesse il comando delle loro milizie: 20 comuni aderirono e lui
stesso riuscì a raccogliere 2600 romani, per lo più disertori. Si rese conto
che il successo dipendeva dal riuscire ad associare alle schiere
indisciplinate dei guerriglieri un nerbo di truppe romane disciplinate e ben
organizzate: riuscì così ad approntare un esercito di 4000 fanti e 700
cavalieri e con questi affrontò Tufidio, comandante della Spagna ulteriore,
che fu completamente battuto presso il fiume Baetis, lasciando sul campo
2000 soldati.
Confrontiamo un po' i numeri.
Al momento dello sbarco in Spagna nell'80, Sertorio aveva con sé 2.600
soldati romani e 700 Mauri. Il contingente romano era costituito sia dai
soldati che Sertorio portò con sé in Africa nell'81 e sia da quei
legionari di Paciano, inviato da Silla in Africa per aiutare il
filo-sillano Ascalis, che erano passati in seguito dalla parte di Sertorio.
A questi si aggiunsero 4.000 fanti e 700 cavalieri lusitani; l'esercito
con cui Sertorio affrontò Fufidio era quindi all'inizio composto da 8.000
uomini.
Post by Ball
Il popularis ribelle controllava ora gran parte della penisola, dalla Sierra
Morena ai Pirenei; la sua presenza si avvertiva fino alla Narbonensis e
all'Aquitania, in più erano giunti i superstiti dell'esercito di Lepido, al
comando di Perperna, a rimpolpare le sue file (20.000 fanti e 1300
cavalieri).
Non credo che i superstiti dell&#8217;esercito di Lepido fossero così
tanti (oltre 20.000).
Lepido, dopo la morte di Silla, era sceso dalla provincia transalpina
della Narbonense o dalla Gallia Cisalpina (i pareri sono discordi)
muovendo con il suo esercito contro Roma. Presso Ponte Milvio venne
sconfitto da Catulo, dopodiché venne di nuovo sconfitto in Etruria, a
Cosa. Sembra che in questo scontro Lepido venne sconfitto in due scontri
successivi, una volta dall'esercito di Catulo, proveniente da sud, e
l'altra da quello di Pompeo, dal nord. Orosio a questo proposito parla di
forti perdite romane ("Plurimi Romanorum caesi sunt").
Visti i pesanti rovesci subiti e la minaccia di accerchiamento da parte di
Catulo e Pompeo, credo che Lepido dovette traghettare in Sardegna i resti
del suo esercito in tutta fretta e con i pochi mezzi navali che sarà
riuscito ad ottenere in quel breve lasso di tempo; dunque penso che il
contingente portato sull&#8217;isola non sarà stato troppo numeroso, forse
5.000 uomini o poco di più.
Anche in Sardegna poi non ebbe vita facile, perché il pro-pretore C.
Valerio Triario che governava la Sardegna riuscì a scacciarlo dalla gran
parte delle città e a rendergli difficile il vettovagliamento.
Dopo la morte di Lepido, consumato dal pensiero delle corna donategli
dalla solerte mogliettina (così riporta la tradizione), quello che
rimaneva dell'esercito fu condotto da Perperna in Spagna.
Una volta lì, passò qualche mese prima che Perperna, spinto dai suoi
soldati, si decidesse a mettere il suo esercito a disposizione di
Sertorio. Quindi il dato plutarcheo di 53 coorti (20-25.000 uomini) che
Perperna passò a Sertorio credo sommi, oltre al contingente romano vero e
proprio, anche le abbondanti leve locali che il comandante romano avrà
fatto dal momento dello sbarco in Spagna fino alla decisione di allearsi
con Sertorio.

Tutto questo per dire che, alla fine dei conti, la componente propriamente
romana nell'esercito di Sertorio fu sempre piuttosto scarsa, mentre la
gran parte delle sue armate erano composte da Hispanienses, spagnoli di
origine romana o italica (soprattutto quest'ultima) ed Iberi veri e propri.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Ball
2004-10-11 10:26:23 UTC
Permalink
claudio nerone wrote:

|| Ottimo post Ball, su un argomento poco trattato dalla storiografia,
|| almeno quella italiana. Certo in Spagna la situazione è molto
|| diversa, e gli studi su Sertorio direi che abbondano.

Esatto, lì è una specie di eroe nazionale e sono stati pubblicati alcuni
libri mucho interessanti: ho dato incarico alla figliola, che svernerà 6
mesi in Lusitania, di trovarmene 2 che mi sono sembrati molto interessanti.

|| Confrontiamo un po' i numeri.
|| Al momento dello sbarco in Spagna nell'80, Sertorio aveva con sé
|| 2.600 soldati romani e 700 Mauri. Il contingente romano era
|| costituito sia dai soldati che Sertorio portò con sé in Africa
|| nell'81 e sia da quei legionari di Paciano, inviato da Silla in
|| Africa per aiutare il filo-sillano Ascalis, che erano passati in
|| seguito dalla parte di Sertorio. A questi si aggiunsero 4.000 fanti
|| e 700 cavalieri lusitani; l'esercito con cui Sertorio affrontò
|| Fufidio era quindi all'inizio composto da 8.000 uomini.

Giusta precisazione; da come avevo scritto non traspariva che dovevano
essere sommate le forze iniziali a quelle isitituite in seguito. Pochi
uomini cmq, anche se l'ondeggiante alternanza tra entusiasmo e sfiducia
riusci a far fluttuare le sue forze da poche migliaia a più di 100.000
individui sotto il suo comando.

||| Il popularis ribelle controllava ora gran parte della penisola,
||| dalla Sierra Morena ai Pirenei; la sua presenza si avvertiva fino
||| alla Narbonensis e all'Aquitania, in più erano giunti i superstiti
||| dell'esercito di Lepido, al comando di Perperna, a rimpolpare le
||| sue file (20.000 fanti e 1300 cavalieri).
||
|| Non credo che i superstiti dell'esercito di Lepido fossero così
|| tanti (oltre 20.000).

Plutarco indica 53 coorti e Brizzi, riferendosi ad Appiano, indica lo stesso
numero. Personalmente le entità degli eserciti del passato le valuto sempre
cum grano salis e le considero più indicative che realistiche, ma quando
sono citate dalle fonti primarie lascio questi numeri, poi ognuno valuta da
sè.

SNIP
|| Quindi il dato plutarcheo di 53
|| coorti (20-25.000 uomini) che Perperna passò a Sertorio credo sommi,
|| oltre al contingente romano vero e proprio, anche le abbondanti leve
|| locali che il comandante romano avrà fatto dal momento dello sbarco
|| in Spagna fino alla decisione di allearsi con Sertorio.

Infatti; tra l'altro Mommsen sottolinea come una parte dell'esercito
consolare di Lepido, che era di stanza in Etruria, rimase in zona e non calò
verso Roma. Possibile che anche questi andassero ad ingrossare le file dei
fuggitivi capeggiati da Perperna.

|| Tutto questo per dire che, alla fine dei conti, la componente
|| propriamente romana nell'esercito di Sertorio fu sempre piuttosto
|| scarsa, mentre la gran parte delle sue armate erano composte da
|| Hispanienses, spagnoli di origine romana o italica (soprattutto
|| quest'ultima) ed Iberi veri e propri.

Esattamente, e questo credo la dica lunga sulle capacità di questo
comandante, non solo come conduttore di truppe, ma anche come addestratore.
Roma invece sembra ancora una volta patire gli scontri dove gli eserciti non
si dispongono regolarmente uno di fronte all'altro, in spazi belli ampi,
dove la manovra romana può avere la meglio su chiunque. Se a questo
aggiungiamo mediocri comandanti, si comprende perchè ci sono voluti 7 anni,
4 consoli, 120.000 soldati, 6.000 cavalieri, 2.000 arcieri e frombolieri e
un rinnegato assassino, per porre termine a questa rivolta.
La penisola iberica si dimostra un osso duro e i suoi abitanti degli ottimi
guerrieri (anche se qualche romano perentorio non è d'accordo), di cui
Diodoro scrive:<< hanno una tecnica loro propria nella costruzione delle
armi. Nascondono sotto terra lamine di ferro e che le lasciano finché, col
passare del tempo, la ruggine non abbia divorato la parte debole del ferro e
lasciata intatta quella più robusta, con la quale preparano eccellenti spade
e tutto il necessario per la guerra. L'arma così preparata infrange tutto
ciò su cui si abbatte: non c'è scudo o elmo o osso che resista al colpo,
tale è la qualità del ferro....[ ].... sono combattenti irregolari, non sono
specializzati bensì combattenti a doppio uso (dimàxai); dopo aver vinto a
cavallo, balzano terra, si trasforma in fanti e combattono splendidamente>>.

C'è da ricordare che, una volta terminata la rivolta e giustiziati i
compagni di Sertorio, Metello ritornò in Italia per celebrare il trionfo,
mentre Pompeo rimaneva nella penisola a sistemare gli ultimi centri ribelli,
ampliando tra le altre cose il processo di colonizzazione e dando la
cittadinanza alle popolazioni che erano rimaste fedeli a Roma: Cesare, con
arguzia, osservò che Pompeo aveva raccolto quello che Sertorio aveva
seminato.
--
A. Ball - Punico
Pino
2004-10-11 17:05:25 UTC
Permalink
Post by Ball
|| Ottimo post Ball, su un argomento poco trattato dalla storiografia,
|| almeno quella italiana. Certo in Spagna la situazione è molto
|| diversa, e gli studi su Sertorio direi che abbondano.
Esatto, lì è una specie di eroe nazionale
Nel film di Bigas Luna intitolato La teta y la Luna i romani sono
presentati in maniera mitica. Anche questo si deve all' opera
del "grande" Quinto Sertorio ?
Ball
2004-10-11 19:52:59 UTC
Permalink
Pino wrote:

|| Nel film di Bigas Luna intitolato La teta y la Luna i romani sono
|| presentati in maniera mitica. Anche questo si deve all' opera
|| del "grande" Quinto Sertorio?

Adesso qualcuno arriverà a pensare che è lo stesso motivo per cui il Real
Madrid vorrebbe acquistare Totti.... :))))
--
A. Ball - Punico
ale73p21
2004-10-11 16:47:20 UTC
Permalink
Grande post Ball! bellissimo e struggente omaggio al grande Sertorio
(che amo molto più di tanti "grandi" dell'epoca). Mi limito ad
approfondire la parte relativa alla battaglia del Sucro.
Post by Ball
Ma quello che di buono faceva Sertorio, con altrettanta abilità
distruggevano i suoi luogotenenti: nel 75 ac Irtuleio fu sconfitto da
Metello ripetutamente, fino a farsi uccidere, con i risultati che potete
immaginare tra le fila del suo esercito;
Non si sa ancora bene se Metello nella campagna del 76-75 fosse
partito dalla Gallia (svernare in Spagna era difficilissimo per gli
eserciti senatoriali circondati da popolazioni ostili). Irtuleio
prbabilmente difendeva il settore della Lusitania settentrionale e
cercò di intercettare Metello presso Segovia finendone sonoramente
battuto e ucciso. Pompeo riuscì a svernare nel 76-75 lungo l'Ebro tra
popolazioni ostilissime, e iniziò in modo brillante la campagna
scendendo lungo la costa mediterranea. Sul fiume Turia presso Valenza
sconfisse totalmente Erennio e Perpenna. Il primo perse la vita in
battaglia, il secondo portò i brandelli del suo esercito presso lo
Jucar (il Sucro) dove fu raggiunto da Sertorio che avrebbe ingaggiato
Pompeo con molto maggior successo.

a Perperna non andò di certo meglio
Post by Ball
contro Pompeo, una volta che fu lasciato solo da Sertorio che andava in
aiuto di Irtuleio, e di positivo per lui ci fu solo il fatto di essersi
portato a casa la pelle.... ;-)
Era meglio se moriva lui, che tanti danni fece alla causa dei
sertoriani.

non ottenne gli esiti
Post by Ball
sperati, grazie anche a Metello che dopo un veloce avvicinamento - forse il
primo della sua vita :) - sconfisse Perperna e ne prese il campo.
Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno successivo
alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si ritirò senza
rinnovare il combattimento.
Plutarco, nel suo colorito resoconto riporta queste parole di
Sertorio :" Che disdetta! se non fosse arrivata quella vecchia
(Metello), avrei dato una bella batosta a questo ragazzo e poi lo
avrei rimandato a Roma".

Eh sì la campagna del 75 fu il vero giro di boa della campagna.
Sertorio perse in un colpo i suoi due migliori luogotenenti e gli
rimase l'infido e incapace Perpenna, mentre al contrario non riuscì a
distruggere separatamente i due comandanti nemici che da allora
avrebbero agito con molta maggiore sintonia..

Ciao

Ale
claudio nerone
2004-10-11 18:28:32 UTC
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ale73p21 ha scritto:

Ball ha scritto
Post by Ball
non ottenne gli esiti
Post by Ball
sperati, grazie anche a Metello che dopo un veloce avvicinamento - forse il
primo della sua vita :) - sconfisse Perperna e ne prese il campo.
Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno successivo
alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si ritirò senza
rinnovare il combattimento.
C'è da dire comunque che lo stesso Plutarco nella "Vita di Pompeo" non
nomina mai Afranio durante la narrazione della battaglia dello Jucar.
Potrebbe farlo per non oscurare la gloria del protagonista della sua
opera, però fa pensare.
Post by Ball
Plutarco, nel suo colorito resoconto riporta queste parole di
Sertorio :" Che disdetta! se non fosse arrivata quella vecchia
(Metello), avrei dato una bella batosta a questo ragazzo e poi lo
avrei rimandato a Roma".
Certo Plutarco ha avuto un bel coraggio a mettere in bocca a Sertorio
queste parole, visto che quest'ultimo aveva solo 4 anni in meno di
Metello...

Ave
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Ball
2004-10-11 19:53:03 UTC
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claudio nerone wrote:

||| Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
||| Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
||| secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno
||| successivo alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si
||| ritirò senza rinnovare il combattimento.
||
||
|| C'è da dire comunque che lo stesso Plutarco nella "Vita di Pompeo"
|| non nomina mai Afranio durante la narrazione della battaglia dello
|| Jucar. Potrebbe farlo per non oscurare la gloria del protagonista
|| della sua opera, però fa pensare.

Anche il fatto che Mommsen citi Afranio al fianco di Pompeo mi fà pensare,
soprattutto perchè M. di solito non si lascia indietro niente e nessuno.
--
A. Ball - Punico
Ball
2004-10-11 19:24:04 UTC
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ale73p21 wrote:

|| Grande post Ball! bellissimo e struggente omaggio al grande Sertorio
|| (che amo molto più di tanti "grandi" dell'epoca).

Questo - il fatto che Sertorio abbia una posizione di favore, nella tua
classifica personale - mi fà sentire meno solo, nell'apprezzamento di questo
poco valutato romano, anche se reietto.

||| a Perperna non andò di certo meglio
||| contro Pompeo, una volta che fu lasciato solo da Sertorio che
||| andava in aiuto di Irtuleio, e di positivo per lui ci fu solo il
||| fatto di essersi portato a casa la pelle.... ;-)
||
|| Era meglio se moriva lui, che tanti danni fece alla causa dei
|| sertoriani.

Come non essere d'accordo?

||| non ottenne gli esiti
||| sperati, grazie anche a Metello che dopo un veloce avvicinamento -
||| forse il primo della sua vita :) - sconfisse Perperna e ne prese il
||| campo.
||
|| Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
|| Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
|| secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno successivo
|| alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si ritirò senza
|| rinnovare il combattimento.

Ma Afranio non era già con Pompeo, durante la battaglia del Sucro?
In caso negativo, chi sconfisse l'ala sinistra dei sertoriani,
conquistandone il campo, pur venendo in seguito costretto ad abbandonarlo,
all'arrivo di Sertorio?

|| Plutarco, nel suo colorito resoconto riporta queste parole di
|| Sertorio :" Che disdetta! se non fosse arrivata quella vecchia
|| (Metello), avrei dato una bella batosta a questo ragazzo e poi lo
|| avrei rimandato a Roma".
||
|| Eh sì la campagna del 75 fu il vero giro di boa della campagna.
|| Sertorio perse in un colpo i suoi due migliori luogotenenti e gli
|| rimase l'infido e incapace Perpenna, mentre al contrario non riuscì a
|| distruggere separatamente i due comandanti nemici che da allora
|| avrebbero agito con molta maggiore sintonia..

Cosa che quando i comandanti romani decidono di fare, solitamente si risolve
per un disastro per gli avversari.... :)
--
A. Ball - Punico
ale73p21
2004-10-12 17:44:38 UTC
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">
Post by Ball
Questo - il fatto che Sertorio abbia una posizione di favore, nella tua
classifica personale - mi fà sentire meno solo, nell'apprezzamento di questo
poco valutato romano, anche se reietto.
Purtroppo, salvo Plutarco, nessuno si è mai preoccupato di mettere in
luce le sue ragioni e ideali. Il fatto di appartenere ad un partito
perdente, quello mariano, e di avere in qualche modo ridestato
l'orgoglio ispanico che già il secolo precedente aveva creato enormi
problemi ai Romani, gli ha attirato l'ostilità della storiografia
senatoria confluita in Livio, Appiano e Orosio.
Post by Ball
|| Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
|| Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
|| secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno successivo
|| alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si ritirò senza
|| rinnovare il combattimento.
Ma Afranio non era già con Pompeo, durante la battaglia del Sucro?
In caso negativo, chi sconfisse l'ala sinistra dei sertoriani,
conquistandone il campo, pur venendo in seguito costretto ad abbandonarlo,
all'arrivo di Sertorio?
Esatto. Secondo me alla battaglia del Sucro c'erano oltre a Pompeo e
Sertorio anche Afranio e Perpenna. Perpenna non è citato da Plutarco
ma la sua presenza in battaglia mi sembra abbastanza sicura.M ancava
Metello che invece nella narrazione di Appiano è quello che prende il
campo dei sertoriani (che chiama campo di perpenna). In pratica
Appiano attribuisce a Metello l'azione che in realtà compie Afranio.
Metello è invece il protagonista della battaglia successiva, quella
del Turia o di Segontia (l'identificazione di queste località è
difficile, ma direi che dopo la quasi sconfitta del Sucro è plausibile
che le forze senatorie si ritirassero sulla linea del Turia dove
Sertorio venne sconfitto per la rotta che Metello inflisse a Perpenna.
Post by Ball
Cosa che quando i comandanti romani decidono di fare, solitamente si risolve
per un disastro per gli avversari.... :)
Hai in mente Canne o Arausio :)? Pompeo e Metello non erano fulmini di
guerra ma erano sicuramente migliori di quei due sciagurati che
riuscirono a perdere 80000 uomini contro i Cimbri (i consoli di Canne
vanno perdonati perchè avevano incontrato un grande generale e un
esercito di prim'ordine). Infatti Sertorio dopo il Sucro non riuscì
più a vincere una vera battaglia campale.
Ball
2004-10-14 09:42:53 UTC
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ale73p21 wrote:

|| Purtroppo, salvo Plutarco, nessuno si è mai preoccupato di mettere in
|| luce le sue ragioni e ideali. Il fatto di appartenere ad un partito
|| perdente, quello mariano, e di avere in qualche modo ridestato
|| l'orgoglio ispanico che già il secolo precedente aveva creato enormi
|| problemi ai Romani,

Ed infatti mi piacerebbe postare qualcosa a proposito degli ispanici nel
periodo che va dal 198 al centro 133 ac, con il tragico epilogo di Numanzia.

||||| Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
||||| Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
||||| secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno
||||| successivo alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò
||||| si ritirò senza rinnovare il combattimento.
|||
||| Ma Afranio non era già con Pompeo, durante la battaglia del Sucro?
||| In caso negativo, chi sconfisse l'ala sinistra dei sertoriani,
||| conquistandone il campo, pur venendo in seguito costretto ad
||| abbandonarlo, all'arrivo di Sertorio?
||
|| Esatto. Secondo me alla battaglia del Sucro c'erano oltre a Pompeo e
|| Sertorio anche Afranio e Perpenna. Perpenna non è citato da Plutarco
|| ma la sua presenza in battaglia mi sembra abbastanza sicura.M ancava
|| Metello che invece nella narrazione di Appiano è quello che prende il
|| campo dei sertoriani (che chiama campo di perpenna). In pratica
|| Appiano attribuisce a Metello l'azione che in realtà compie Afranio.

Adesso il caos mi è più chiaro.... :)
Cmq stasera mi darò una lettura più attenta ad Appiano.

||| Cosa che quando i comandanti romani decidono di fare, solitamente
||| si risolve per un disastro per gli avversari.... :)
||
|| Hai in mente Canne o Arausio :)?

Eh, eh....
Non male nemmeno Carre, Teutoburgo o Trasimeno.
Se uno è un fesso, rimane fesso anche se comanda il migliore degli eserciti.
--
A. Ball - Punico
Ball
2004-10-11 19:53:04 UTC
Permalink
ale73p21 wrote:

|| Questo lo dice Appiano ma credo che qui lui confonda Metello con
|| Afranio. In realtà è meglio in questo caso la versione di Plutarco
|| secondo la quale Metello si ricongiunse a Pompeo il giorno successivo
|| alla battaglia e che Sertorio presa coscienza di ciò si ritirò senza
|| rinnovare il combattimento.

Il passo di Plutarco così dice:
<<Durante la mischia, però, Sertorio si trovò in un primo momento a
scontrarsi direttamente non con Pompeo, ma con Afranio, che comandava l'ala
sinistra, mentre lui occupava lo schieramento destro. Quando seppe che le
truppe a contatto diretto con Pompeo stavano indietreggiando, sopraffatte
dalla pressione nemica, lasciò l'ala destra ad altri comandanti e corse di
persona a dare una mano dove si era perso terreno. Rimise insieme i soldati,
quelli che già si stavano sbandando e quelli che erano rimasti al loro posto
nello schieramento; li rianimò e ordinò di nuovo la carica contro Pompeo
che.... [ ]
Nel frattempo Afranio, appena Sertorio se n'era andato ad aiutare l'altro
settore, aveva ricacciato indietro le truppe schierate di fronte a lui,
inseguendole fino all'accampamento; lo aveva invaso e aveva dato inizio al
saccheggio, nonostante fosse già buio: non sapeva nulla della rotta di
Pompeo, e d'altra parte non avrebbe potuto impedire la razzia ai suoi
soldati. A questo punto Sertorio, che aveva vinto nel suo settore, fece
un'inversione e piombò sugli uomini di Afranio sparpagliati nel più confuso
disordine; fu un massacro. Venne il mattino, e di nuovo Sertorio chiamò alle
armi e manovrò a battaglia. Poi gli dissero che Metello era vicino; fece
rompere le righe e levare il campo>>.
Quindi Afranio era con Pompeo e Metello arrivò giusto giusto il giorno
dopo....
Siamo d'accordo? :)
--
A. Ball - Punico
Antonio
2004-10-12 17:53:41 UTC
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Post by Ball
Come sapete, a leggere le cose altrui si notano gli errori, quindi se ci
sono correggeteli.
Se ci sono non li ho notati. Così mi limito ad aggiungere qualcosa. Poco, in
realtà, perchè hai già detto tutto e molto bene tu. Oltre gli altri che sono
già intervenuti.
Post by Ball
Antefatto ultra-sintetico del periodo.
l'assoluta carenza di
personaggi di talento permise il fiorire di mediocri interpreti dell'arte
di far carriera e così apparvero, tra più e meno validi, Metello, Catulo,
Lepido, i Luculli, Pompeo, Crasso (sò che qualcuno storcerà il naso, ma
sono ovviamente giudizi personali e un pò severi, almeno sui Luculli :) ).
Sicuramente non avevano il talento politico e militare insieme di Silla o di
Cesare, ma non erano certo personaggi privi di talento. Insomma , per alcuni
di quei nomi, sto storcendo il naso:-)
Post by Ball
l'oligarchia da sola doveva
fronteggiare a Roma un opposizione che con Lepido attese a mala pena che
Silla chiudesse gli occhi, prima di trovare il pretesto per far scoppiare
un'insurrezione e quindi la Spagna e i suoi ribelli potevano assurgere a
nuovi livelli di influenza.
L'oligarchia senatoria, con l'esclusione di alcune grandi famiglie tipo i
Caecilii Metelli o i Lutatii Catuli, non amava Silla anche se lo acclamò,
volente o nolente, come proprio leader indiscusso. Piuttosto ne aveva paura:
Silla era spietato e vendicativo. Tanto per dare un idea del persoggio egli
stesso volle che sul suo epitaffio fossero incise queste parole: "Nessuno
fece mai più bene di lui ai suoi amici, nessuno più male di lui ai suoi
nemici". Niente di strano che i due partiti cittadini non aspettassero altro
che la sua morte per avere le mani libere e che i populares in particolare,
dopo aver dovuto subire a forza la restaurazione del potere ottimate,
tentassero con la forza di abbatterlo.
Post by Ball
La prima fase.
Sertorio ritornò in Spagna (80 ac) chiamato dai Lusitani che erano rimasti
molto impressionati dalle sue gesta militari e gli mandarono un'ambasciata
perché assumesse il comando delle loro milizie: 20 comuni aderirono e lui
stesso riuscì a raccogliere 2600 romani, per lo più disertori.
E' chiaro che i Lusitani richiamarono Sertorio perchè li guidasse nella loro
lotta di liberazione dal dominio romano. Altri motivi non se ne vedono. Ma
Sertorio perchè accettò l'incarico? Per dar vita a uno stato spagnolo
indipendente da Roma? Oppure per fare della Spagna la propria base di
operazioni per una futura "marcia su Roma", così come aveva fatto Annibale?
Post by Ball
È giusto sottolineare che il suo obiettivo non fu mai quello di separare
le province iberiche da Roma, semmai di farne il centro di una sorta di
governo popularis in esilio e mescolare il ceppo italico residente con la
componente indigena. Fu anche per questo che costituì un senato di 300
membri tra i residenti nella penisola
Non ne sono tanto sicuro perchè la creazione di un senato spagnolo, vale a
dire di un centro di governo speculare di quello di Roma, potrebbe anche dar
valore all'ipotesi separatista. Nella stessa ottica potrebbe leggersi il suo
riconoscimento dei territori rivendicati da Mitridate.
Post by Ball
La seconda fase.
Pompeo arrivò in 40 giorni (76 ac) e preparò una campagna militare che si
ma come mise piede in Spagna "subito Sertorio gli fece a pezzi un intera
legione" come dice lapidariamente Appiano. Nei primi scontri con Pompeo
Sertorio seppe sfruttare a proprio vantaggio quella che era il principale
punto debole di Pompeo: la sua ambizione. Pompeo voleva vincere la guerra da
solo per non dover poi dividere il trionfo con Metello. Perciò nei primi
scontri affrontò Sertorio senza attendere l'arrivo dell'esercito del
collega. Sertorio sicuramente comprese questa debolezza dell'avversario e
naturalmente la assecondò potendo così affrontare un armata nemica per volta
e non tutte e due insieme nella stessa battaglia. Plutarco lo dice
esplicitamente a proposito della battaglia dello Jucar che ebbe inizio al
tramonto perchè sia Pompeo che naturalmente Sertorio temevano l'arrivo di
Metello atteso per il giorno dopo "perchè l'uno (Pompeo) voleva combattere
da solo e l'altro (Sertorio) contro uno solo".
Post by Ball
L'ultimo scontro, nei pressi del fiume Turia, vide Sertorio sconfiggere
Pompeo che era alla testa della sua cavalleria e uccidere suo cognato
Lucio Memmnio;
E nel penultimo sotto Valencia Pompeo le aveva ancora una volta "buscate".

In definitiva Sertorio e Pompeo si scontrarono quattro volte e tutte e
quattro le volte Sertorio riuscì vincitore. Magari uno che non conosce le
vicende militari di Pompeo potrebbe da ciò dedurre che Pompeo fosse un
incapace. Invece sia prima che dopo aver affrontato Sertorio Pompeo dimostrò
di essere un generale molto valido. Solo contro Cesare, un altro mariano,
gli andò nuovamente male.


Ciao e grazie per l'ottimo post.
Antonio


P.S.
tra un pò riapriamo le danze con Annibale.
claudio nerone
2004-10-12 19:50:04 UTC
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Post by Antonio
E' chiaro che i Lusitani richiamarono Sertorio perchè li guidasse nella loro
lotta di liberazione dal dominio romano. Altri motivi non se ne vedono. Ma
Sertorio perchè accettò l'incarico? Per dar vita a uno stato spagnolo
indipendente da Roma? Oppure per fare della Spagna la propria base di
operazioni per una futura "marcia su Roma", così come aveva fatto Annibale?
Se Quinto Sertorio fu indubbiamente un personaggio notevole sotto il
profilo militare, mi sembra che sotto l'aspetto politico non decise mai
cosa fare da grande.
Si ritrovò ad essere contemporaneamente comandante dei ribelli
indipendentisti iberici, punto di riferimento dei mariani romani
sconfitti, principale guida di quella larga parte del mondo italico per
cui la Guerra Sociale era tutt'altro che finita e primo potenziale alleato
del più potente nemico di Roma, Giugurta, che rivendicava per sé il
controllo totale dell'Asia.
Mi sembra che più che utilizzarle politicamente, Sertorio subì tutte
queste diverse spinte centrifughe, finendo per scontentare un pò tutti e
portando la sua persona ad un inevitabile e fatale isolamento.

Non sono completamente d'accordo col Piganiol quando afferma che "Sertorio
aveva ottenuto l'adesione degli immigrati romani, così numerosi in Spagna.
Questi immigrati erano italici piuttosto che Romani, e Sertorio si
presenta senza dubbio come un capo italico, nemico di Roma".
C'è del vero in questa frase, ma non coglie il vero senso dell'avventura
sertoriana.
Penso che il nostro protagonista, pur essendo in contatto con diversi
rappresentanti degli ex-insorti italici, non si considerasse nemico di
Roma, ma bensì la soluzione di tutti i mali dello Stato Romano.
Sertorio era però ancorato ad una visuale politica democratica ferma
all'82, quando era partito da Roma per non farvi più ritorno.
Con questa ottica, la venuta di Pompeo in Spagna parve forse a Sertorio la
prosecuzione della lotta che già conduceva contro Metello e gli altri
luogotenenti di Silla, ed ai suoi occhi Pompeo sarà in effetti apparso
come l'allievo di Silla.

La realtà invece era che la nuova tendenza politica dei populares,
rappresentata dai capi militari come Pompeo, aveva scelto proprio i più
fedeli rappresentanti della vecchia tradizione democratica, come Sertorio
e Lepido, per edificare sulla loro sconfitta la propria nascente potenza.
Se il nemico comune di Sertorio e Pompeo era la costruzione politica
voluta da Silla, il secondo si servì del primo per demolirla, costringendo
il Senato ad investirlo del supremo potere per sconfiggere Sertorio,
novello presunto Annibale, che minacciava il sacro suolo italiano.
--
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Ball
2004-10-14 09:42:54 UTC
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claudio nerone wrote:

|| Se Quinto Sertorio fu indubbiamente un personaggio notevole sotto il
|| profilo militare, mi sembra che sotto l'aspetto politico non decise
|| mai cosa fare da grande.
|| Si ritrovò ad essere contemporaneamente comandante dei ribelli
|| indipendentisti iberici, punto di riferimento dei mariani romani
|| sconfitti, principale guida di quella larga parte del mondo italico
|| per cui la Guerra Sociale era tutt'altro che finita e primo
|| potenziale alleato del più potente nemico di Roma, Giugurta, che
|| rivendicava per sé il controllo totale dell'Asia.
|| Mi sembra che più che utilizzarle politicamente, Sertorio subì tutte
|| queste diverse spinte centrifughe, finendo per scontentare un pò
|| tutti e portando la sua persona ad un inevitabile e fatale
|| isolamento.

Perfettamente d'accordo con la tua disamina, soprattutto le ultime righe; il
concetto di auto-isolamento mi balzava sempre in mente, soprattutto quando
pensavo alla seconda fase della rivolta ispanica.

|| Non sono completamente d'accordo col Piganiol quando afferma che
|| "Sertorio aveva ottenuto l'adesione degli immigrati romani, così
|| numerosi in Spagna. Questi immigrati erano italici piuttosto che
|| Romani, e Sertorio si presenta senza dubbio come un capo italico,
|| nemico di Roma". C'è del vero in questa frase, ma non coglie il vero
|| senso dell'avventura sertoriana.

Piganiol non l'avevo consultato. Ci darò un'occhiata.

|| Penso che il nostro protagonista, pur essendo in contatto con diversi
|| rappresentanti degli ex-insorti italici, non si considerasse nemico
|| di Roma, ma bensì la soluzione di tutti i mali dello Stato Romano.
|| Sertorio era però ancorato ad una visuale politica democratica ferma
|| all'82, quando era partito da Roma per non farvi più ritorno.
|| Con questa ottica, la venuta di Pompeo in Spagna parve forse a
|| Sertorio la prosecuzione della lotta che già conduceva contro
|| Metello e gli altri luogotenenti di Silla, ed ai suoi occhi Pompeo
|| sarà in effetti apparso come l'allievo di Silla.

Sono d'accordo, a Sertorio mancava un quid per essere l'uomo in grado, da
solo, di far pendere l'ago della bilancia (come Silla o Cesare), ma sono
convinto - da quello che ho letto - avesse le qualità morali, oltre che
militari e carismatiche, per essere l'uomo giusto se demandato da un senato
forte a difendere la res publica; purtroppo, come evidenziato anche da
altri, non aveva una statura ''politica'' tale da potergli permettere di
intraprendere una lotta politica con personaggi che erano disposti a tutto
pur di raggiungere alti livelli di potere: ha ragione Mommsen quando dice
che avrebbe potuto essere un rigeneratore e un risanatore della res publica,
ma che i tempi e l'evoluzione politica in Roma, lo avevano ormai messo fuori
tempo massimo.

|| La realtà invece era che la nuova tendenza politica dei populares,
|| rappresentata dai capi militari come Pompeo, aveva scelto proprio i
|| più fedeli rappresentanti della vecchia tradizione democratica, come
|| Sertorio e Lepido, per edificare sulla loro sconfitta la propria
|| nascente potenza. Se il nemico comune di Sertorio e Pompeo era la
|| costruzione politica voluta da Silla, il secondo si servì del primo
|| per demolirla, costringendo il Senato ad investirlo del supremo
|| potere per sconfiggere Sertorio, novello presunto Annibale, che
|| minacciava il sacro suolo italiano.

Eh già, il ns bravo claudio nerone dice cose giuste....
--
A. Ball - Punico
claudio nerone
2004-10-14 10:30:42 UTC
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Post by Ball
Eh già, il ns bravo claudio nerone dice cose giuste....
Grazie. Emilio Gabba docet...
--
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Antonio
2004-10-14 22:52:19 UTC
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Post by claudio nerone
Se Quinto Sertorio fu indubbiamente un personaggio notevole sotto il
profilo militare, mi sembra che sotto l'aspetto politico non decise mai
cosa fare da grande.
Si ritrovò ad essere contemporaneamente comandante dei ribelli
indipendentisti iberici, punto di riferimento dei mariani romani
sconfitti, principale guida di quella larga parte del mondo italico per
cui la Guerra Sociale era tutt'altro che finita e primo potenziale alleato
del più potente nemico di Roma, Giugurta, che rivendicava per sé il
controllo totale dell'Asia.
Mi sembra che più che utilizzarle politicamente, Sertorio subì tutte
queste diverse spinte centrifughe, finendo per scontentare un pò tutti e
portando la sua persona ad un inevitabile e fatale isolamento.
Sono d'accordo. Inoltre non solo non riusci a conciliare o a governare
quelle diverse aspettative ma alcune di esse erano assolutamente
irrealizzabili. Per esempio, anche se Sertorio avesse voluto creare uno
stato iberico indipendente, ma in realtà penso che questo progetto fosse
solo strumentale ad un suo futuro ritorno a Roma, come avrebbe potuto se mai
era esistita prima una nazione iberica? C'erano invece etnie e tribù da
sempre in lotta tra loro. Così quando si appoggiò ai celtiiberi, che erano i
più forti e numerosi, finì con lo scontentare gli altri. Gli iberi come i
galli come dice Ball.
Post by claudio nerone
Non sono completamente d'accordo col Piganiol quando afferma che "Sertorio
aveva ottenuto l'adesione degli immigrati romani, così numerosi in Spagna.
Questi immigrati erano italici piuttosto che Romani, e Sertorio si
presenta senza dubbio come un capo italico, nemico di Roma".
Neanche a me sembra molto appropriato accostare Sertorio a un Ponzo
Telesino.
Post by claudio nerone
C'è del vero in questa frase, ma non coglie il vero senso dell'avventura
sertoriana.
Penso che il nostro protagonista, pur essendo in contatto con diversi
rappresentanti degli ex-insorti italici, non si considerasse nemico di
Roma, ma bensì la soluzione di tutti i mali dello Stato Romano.
Sertorio era però ancorato ad una visuale politica democratica ferma
all'82, quando era partito da Roma per non farvi più ritorno.
Con questa ottica, la venuta di Pompeo in Spagna parve forse a Sertorio la
prosecuzione della lotta che già conduceva contro Metello e gli altri
luogotenenti di Silla, ed ai suoi occhi Pompeo sarà in effetti apparso
come l'allievo di Silla.
La realtà invece era che la nuova tendenza politica dei populares,
rappresentata dai capi militari come Pompeo, aveva scelto proprio i più
fedeli rappresentanti della vecchia tradizione democratica, come Sertorio
e Lepido, per edificare sulla loro sconfitta la propria nascente potenza.
D'accordo su tutto. Definizione di Lepido a parte.
Post by claudio nerone
Se il nemico comune di Sertorio e Pompeo era la costruzione politica
voluta da Silla, il secondo si servì del primo per demolirla, costringendo
il Senato ad investirlo del supremo potere per sconfiggere Sertorio,
novello presunto Annibale, che minacciava il sacro suolo italiano.
Già. Pompeo agitò proprio lo spauracchio di Annibale per aver il comando
della guerra contro Sertorio, nonostante la costituzione sillana non lo
permettesse. In effetti quella costituzione era di ostacolo alle ambizioni
di Pompeo e infatti non appena fu console la cancellò. Ovviamente Sertorio
era nemico di quella costituzione per ben altri motivi.


Ciao
Antonio
Ball
2004-10-18 10:37:21 UTC
Permalink
Antonio wrote:

||| La realtà invece era che la nuova tendenza politica dei populares,
||| rappresentata dai capi militari come Pompeo, aveva scelto proprio i
||| più fedeli rappresentanti della vecchia tradizione democratica,
||| come Sertorio e Lepido, per edificare sulla loro sconfitta la
||| propria nascente potenza.
||
|| D'accordo su tutto. Definizione di Lepido a parte.

Ah ma allora anche tu su Lepido hai qualche remora.... :))
--
A. Ball - Punico
Ball
2004-10-14 09:42:52 UTC
Permalink
Il triumviro Antonio wrote:

||| Metello, Catulo, Lepido, i Luculli, Pompeo, Crasso (sò che
||| qualcuno storcerà il naso, ma sono ovviamente giudizi personali e
||| un pò severi, almeno sui Luculli :) ).
||
|| Sicuramente non avevano il talento politico e militare insieme di
|| Silla o di Cesare, ma non erano certo personaggi privi di talento.
|| Insomma , per alcuni di quei nomi, sto storcendo il naso:-)

Infidamente apposta feci, perchè ammetto che con alcuni di loro sono andato
giù pesante. Devo però ammettere che l'esserti solamente limitato allo
storcimento nasale depone a favore della tua magnanimità.... :)
Allora ti anticipo che due di loro saranno l'oggetto dei prossimi post, uno
impegnato con i pirati e l'altro con Mitridate.

|| Niente di strano che i due partiti cittadini non aspettassero altro
|| che la sua morte per avere le mani libere e che i populares in
|| particolare, dopo aver dovuto subire a forza la restaurazione del
|| potere ottimate, tentassero con la forza di abbatterlo.

No di certo, siamo d'accordo, però non avevo mai visto il senato così
imbelle e incapace di prendere un'iniziativa, in balia degli uomini che via
via sembravano prendere il sopravvento. Mi dava la sensazione che quello -
il post-Silla - fosse un periodo in cui il senato cercava di appoggiarsi
senza idee a questo o quello, commettendo errori politici madornali, tra cui
il ripristino della legge frumentaria o l'aver assegnato un esercito al
capo, ormai noto, dell'insurrezione; e non credo fosse sufficiente il
solenne
giuramento al quale furono impegnati i due consoli, cioè quello di non
volgere mai le armi l'uno contro l'altro; con il risultato che Lepido si
armava in etruria, ma non per il senato bensì per l'insurrezione.
Il senato a cui penso era di ben altro spessore....

||| La prima fase.
||
||| Sertorio ritornò in Spagna (80 ac) chiamato dai Lusitani che erano
||| rimasti molto impressionati dalle sue gesta militari e gli
||| mandarono un'ambasciata perché assumesse il comando delle loro
||| milizie: 20 comuni aderirono e lui stesso riuscì a raccogliere 2600
||| romani, per lo più disertori.
||
|| E' chiaro che i Lusitani richiamarono Sertorio perchè li guidasse
|| nella loro lotta di liberazione dal dominio romano. Altri motivi non
|| se ne vedono. Ma Sertorio perchè accettò l'incarico? Per dar vita a
|| uno stato spagnolo indipendente da Roma? Oppure per fare della
|| Spagna la propria base di operazioni per una futura "marcia su
|| Roma", così come aveva fatto Annibale?

La seconda credo sia da escludere, per lui era ancora più rischioso che per
Annibale allontanarsi dalla terra sola che gli dava le risorse umane e non,
per imporsi, anche se a Roma ci fù un momento in cui si pensò fosse quello
il suo progetto; sui motivi della sua scelta ho letto pareri
(interpretazioni) contrastanti e non avendo egli lasciatoci nulla di
scritto, possiamo solo fare ipotesi.

||| È giusto sottolineare che il suo obiettivo non fu mai quello di
||| separare le province iberiche da Roma, semmai di farne il centro di
||| una sorta di governo popularis in esilio e mescolare il ceppo
||| italico residente con la componente indigena. Fu anche per questo
||| che costituì un senato di 300 membri tra i residenti nella penisola
||
|| Non ne sono tanto sicuro perchè la creazione di un senato spagnolo,
|| vale a dire di un centro di governo speculare di quello di Roma,
|| potrebbe anche dar valore all'ipotesi separatista. Nella stessa
|| ottica potrebbe leggersi il suo riconoscimento dei territori
|| rivendicati da Mitridate.

Vedi sopra, anche se credo che la storiografia ufficiale abbia intorpidito
un po' le acque, mescolando non a caso riferimenti ad Annibale e Mitridate.

||| La seconda fase.
||
||| Pompeo arrivò in 40 giorni (76 ac) e preparò una campagna militare
||| che si prefiggeva di ottenere il controllo della costa e della
||| Meseta:
||
|| ma come mise piede in Spagna "subito Sertorio gli fece a pezzi un
|| intera legione" come dice lapidariamente Appiano. Nei primi scontri
|| con Pompeo Sertorio seppe sfruttare a proprio vantaggio quella che
|| era il principale punto debole di Pompeo: la sua ambizione. Pompeo
|| voleva vincere la guerra da solo per non dover poi dividere il
|| trionfo con Metello.

Verissimo; d'altronde uno con il nome di Pompeo, se non è un pompato.... :)

|| Perciò nei primi scontri affrontò Sertorio
|| senza attendere l'arrivo dell'esercito del collega. Sertorio
|| sicuramente comprese questa debolezza dell'avversario e naturalmente
|| la assecondò potendo così affrontare un armata nemica per volta e
|| non tutte e due insieme nella stessa battaglia. Plutarco lo dice
|| esplicitamente a proposito della battaglia dello Jucar che ebbe
|| inizio al tramonto perchè sia Pompeo che naturalmente Sertorio
|| temevano l'arrivo di Metello atteso per il giorno dopo "perchè l'uno
|| (Pompeo) voleva combattere da solo e l'altro (Sertorio) contro uno
|| solo".

Aah (sospiro) Plutarco, è spesso così efficace nelle sue immagini.

||| L'ultimo scontro, nei pressi del fiume Turia, vide Sertorio
||| sconfiggere Pompeo che era alla testa della sua cavalleria e
||| uccidere suo cognato Lucio Memmnio;
||
|| E nel penultimo sotto Valencia Pompeo le aveva ancora una volta
|| "buscate".

Vero.

|| In definitiva Sertorio e Pompeo si scontrarono quattro volte e tutte
|| e quattro le volte Sertorio riuscì vincitore. Magari uno che non
|| conosce le vicende militari di Pompeo potrebbe da ciò dedurre che
|| Pompeo fosse un incapace. Invece sia prima che dopo aver affrontato
|| Sertorio Pompeo dimostrò di essere un generale molto valido. Solo
|| contro Cesare, un altro mariano, gli andò nuovamente male.

Quello che io non ho mai accettato di Pompeo, e a quanto pare se ne è
accorto anche Cesare, è la sua capacità di raccogliere i frutti del lavoro
altrui.
Ed è per questo che parlerò dei pirati.... :))

|| P.S.
|| tra un pò riapriamo le danze con Annibale.

Hai visto che ''politicamente corretto'' sono stato? Non ho nemmeno
menzionato l'occhio e il paragone con il punico.... :)))
Se riguarda l'Annibale post Zama hai anticipato un mio vecchio incompiuto
progetto.
Cmq siano le danze, mi troverai sulla pista da ballo. :)
--
A. Ball - Punico
Antonio
2004-10-14 22:52:24 UTC
Permalink
Post by Ball
Infidamente apposta feci, perchè ammetto che con alcuni di loro sono
andato giù pesante. Devo però ammettere che l'esserti solamente limitato
allo storcimento nasale depone a favore della tua magnanimità.... :)
A dire il vero insieme al naso ho storto anche... la bocca. :-)
Post by Ball
Allora ti anticipo che due di loro saranno l'oggetto dei prossimi post,
uno impegnato con i pirati e l'altro con Mitridate.
Forza con Pompeo e Lucullo, allora.
Post by Ball
|| Niente di strano che i due partiti cittadini non aspettassero altro
|| che la sua morte per avere le mani libere e che i populares in
|| particolare, dopo aver dovuto subire a forza la restaurazione del
|| potere ottimate, tentassero con la forza di abbatterlo.
No di certo, siamo d'accordo, però non avevo mai visto il senato così
imbelle e incapace di prendere un'iniziativa, in balia degli uomini che
via via sembravano prendere il sopravvento.
Invece credo che l'appoggio dato a Lepido dipendesse da una scelta ben
precisa del Senato che era quella di riaffermare il proprio potere di
governo della Repubblica, per così dire, erga omenes e, soprattutto, verso
Silla che quel potere l'aveva appena abbandonato. Cioè penso che fosse un
modo per far capire a tutti e a Silla in particolare: hai fatto quello che
era necessario fare, magari più del necessario, ma ora fatti da parte che al
resto pensiamo noi, come abbiamo sempre fatto.
Post by Ball
Mi dava la sensazione che quello -
il post-Silla - fosse un periodo in cui il senato cercava di appoggiarsi
senza idee a questo o quello, commettendo errori politici madornali, tra
cui il ripristino della legge frumentaria o l'aver assegnato un esercito
al capo, ormai noto, dell'insurrezione;
Pienamente d'accordo. Già il pensare che fosse ancora in grado di governare
era il più grande errore del Senato.
Post by Ball
Il senato a cui penso era di ben altro spessore....
.... e dotato di autodisciplina.
Post by Ball
|| E' chiaro che i Lusitani richiamarono Sertorio perchè li guidasse
|| nella loro lotta di liberazione dal dominio romano. Altri motivi non
|| se ne vedono. Ma Sertorio perchè accettò l'incarico? Per dar vita a
|| uno stato spagnolo indipendente da Roma? Oppure per fare della
|| Spagna la propria base di operazioni per una futura "marcia su
|| Roma", così come aveva fatto Annibale?
La seconda credo sia da escludere, per lui era ancora più rischioso che
per Annibale allontanarsi dalla terra sola che gli dava le risorse umane e
non, per imporsi, anche se a Roma ci fù un momento in cui si pensò fosse
quello il suo progetto; sui motivi della sua scelta ho letto pareri
(interpretazioni) contrastanti e non avendo egli lasciatoci nulla di
scritto, possiamo solo fare ipotesi.
Come ho scritto nel post in risposta a quello di Claudio Nerone è mia
opinione che l'aver abbracciato la causa indipendentista iberica fosse
strumentale per Sertorio ai fini di un suo ritorno a Roma. Naturalmente si
sarebbe presentato in armi non come nemico di Roma, così come Annibale, e
quindi contro Roma, ma come nemico del partito oligarghico e col sostegno
della parte democratica. Gli occorreva solo attendere il momento opportuno
e, naturalmente, resistere agli eserciti romani che gli venivano contro fino
a che non fosse arrivato quel momento. E organizzare un esercito adatto allo
scopo. Per il quale occorrevano risorse che solo uno stato poteva offrirgli.
Appunto una Spagna indipendente da Roma. Ora, può darsi non fosse
consapevole che creare una nazione iberica fosse un impresa impossibile ma,
a meno che non fosse uno stupido, e non lo era, doveva ben sapere che Roma
mai avrebbe rinunciato alla Spagna. Per cui, a meno di non voler spendere
tutto il resto della propria vita a battagliare a difesa dell'indipendenza
spagnola, doveva in un modo o nell'altro far ritorno a Roma. Pensa quale
occasione perse a causa della sconfitta fulminea di Lepido.
Post by Ball
|| In definitiva Sertorio e Pompeo si scontrarono quattro volte e tutte
|| e quattro le volte Sertorio riuscì vincitore. Magari uno che non
|| conosce le vicende militari di Pompeo potrebbe da ciò dedurre che
|| Pompeo fosse un incapace. Invece sia prima che dopo aver affrontato
|| Sertorio Pompeo dimostrò di essere un generale molto valido. Solo
|| contro Cesare, un altro mariano, gli andò nuovamente male.
Quello che io non ho mai accettato di Pompeo, e a quanto pare se ne è
accorto anche Cesare, è la sua capacità di raccogliere i frutti del lavoro
altrui.
Ed è per questo che parlerò dei pirati.... :))
Ancor prima di Cesare se ne era già accorto Crasso e forse per questo
ironizzava sul cogmomen Magno.
Post by Ball
|| P.S.
|| tra un pò riapriamo le danze con Annibale.
Hai visto che ''politicamente corretto'' sono stato? Non ho nemmeno
menzionato l'occhio e il paragone con il punico.... :)))
Confesso che mi hai spiazzato. Mi ero già preparato un paio di battute. :-)
Post by Ball
Se riguarda l'Annibale post Zama hai anticipato un mio vecchio incompiuto
progetto.
No mi pare un pò maliconico come tema. Pensavo ad Annibale in Campania.
Post by Ball
Cmq siano le danze, mi troverai sulla pista da ballo. :)
E vai con la tarantella. :-)

A proposito di Annibale: conosci la sua biografia di Granzotto?


Ciao
Antonio
Ball
2004-10-18 10:37:20 UTC
Permalink
Antonio wrote:

||| No di certo, siamo d'accordo, però non avevo mai visto il senato
||| così imbelle e incapace di prendere un'iniziativa, in balia degli
||| uomini che via via sembravano prendere il sopravvento.
||
|| Invece credo che l'appoggio dato a Lepido dipendesse da una scelta
|| ben precisa del Senato che era quella di riaffermare il proprio
|| potere di governo della Repubblica, per così dire, erga omenes e,
|| soprattutto, verso Silla che quel potere l'aveva appena abbandonato.
|| Cioè penso che fosse un modo per far capire a tutti e a Silla in
|| particolare: hai fatto quello che era necessario fare, magari più
|| del necessario, ma ora fatti da parte che al resto pensiamo noi,
|| come abbiamo sempre fatto.

Ma proprio a Lepido???
Come poteva il senato pensare che un mediocre di quella risma potesse fare
qualcosa per la (agonizzante) res publica??
A me sembra che le concessioni a lui fatte, fossero un inconscia panacea per
non contrariare i populares, in attesa di un uomo forte che prendesse il
posto di Silla e li tutelasse nei confronti di Lepido. Insomma il noto ''do
ut des'' trasformato in ''do ut te ne stai bbono''.... :))
Ed infatti lui in Etruria i suoi interessi fece.

|| Come ho scritto nel post in risposta a quello di Claudio Nerone è mia
|| opinione che l'aver abbracciato la causa indipendentista iberica
|| fosse strumentale per Sertorio ai fini di un suo ritorno a Roma.

Sì, è una tesi condivisibile.

|| Naturalmente si sarebbe presentato in armi non come nemico di Roma,
|| così come Annibale, e quindi contro Roma, ma come nemico del partito
|| oligarghico e col sostegno della parte democratica. Gli occorreva
|| solo attendere il momento opportuno e, naturalmente, resistere agli
|| eserciti romani che gli venivano contro fino a che non fosse
|| arrivato quel momento. E organizzare un esercito adatto allo scopo.
|| Per il quale occorrevano risorse che solo uno stato poteva
|| offrirgli. Appunto una Spagna indipendente da Roma. Ora, può darsi
|| non fosse consapevole che creare una nazione iberica fosse un
|| impresa impossibile ma, a meno che non fosse uno stupido, e non lo
|| era, doveva ben sapere che Roma mai avrebbe rinunciato alla Spagna.
|| Per cui, a meno di non voler spendere tutto il resto della propria
|| vita a battagliare a difesa dell'indipendenza spagnola, doveva in un
|| modo o nell'altro far ritorno a Roma. Pensa quale occasione perse a
|| causa della sconfitta fulminea di Lepido.

Mi trovi naturalmente d'accordo.

||| Hai visto che ''politicamente corretto'' sono stato? Non ho nemmeno
||| menzionato l'occhio e il paragone con il punico.... :)))
||
|| Confesso che mi hai spiazzato. Mi ero già preparato un paio di
|| battute. :-)

Eh, eh, credevi che non avrei notato le insegne dell'aquilifer, dal mio
posto di osservazione?? :))

||| Se riguarda l'Annibale post Zama hai anticipato un mio vecchio
||| incompiuto progetto.
||
|| No mi pare un pò maliconico come tema.

E' vero, però è poco noto.

|| Pensavo ad Annibale in Campania.

Insomma i momenti peggiori....

|| A proposito di Annibale: conosci la sua biografia di Granzotto?

Sì, l'ho letta qualche anno fà.
Perchè?
--
A. Ball - Punico
Antonio
2004-10-18 20:01:50 UTC
Permalink
Post by Ball
|| Invece credo che l'appoggio dato a Lepido dipendesse da una scelta
|| ben precisa del Senato che era quella di riaffermare il proprio
|| potere di governo della Repubblica, per così dire, erga omenes e,
|| soprattutto, verso Silla che quel potere l'aveva appena abbandonato.
|| Cioè penso che fosse un modo per far capire a tutti e a Silla in
|| particolare: hai fatto quello che era necessario fare, magari più
|| del necessario, ma ora fatti da parte che al resto pensiamo noi,
|| come abbiamo sempre fatto.
Ma proprio a Lepido???
Come poteva il senato pensare che un mediocre di quella risma potesse fare
qualcosa per la (agonizzante) res publica??
Ma non era mica quello il compito per il quale Lepido era stato eletto?
Lepido doveva più che altro picconare la costituzione sillana, la cui
rigidità stava stretta al gruppo di potere dominante nel Senato: per
intenderci, quelle famiglie che poi appoggeranno Pompeo, anzi che già allora
probabilmente avevano scelto Pompeo come nuovo uomo forte. Però Pompeo non
era ancora buono allo scopo. Perchè non aveva ancora i requisiti di età e di
carriera per essere eletto e perchè non era e nemmeno si presentava ancora
come uno dei leader popolari. Forse gli mancava anche l'animo di sfidare
Silla apertamente.
Ora questa azione di rottura della costituzione poteva essere fatta solo da
un avversario del partito di Silla, cioè da un popolare; e sulla piazza, da
parte popolare, di disponibile c'era il solo Lepido, come dice pari pari
Mommsen. Infatti Cesare era ancora troppo giovane e per l'altro futuro
triumviro Crasso vale lo stesso discorso di Pompeo. Cotta era una figura
marginale mentre quelli che contavano erano tutti morti.
Post by Ball
A me sembra che le concessioni a lui fatte, fossero un inconscia panacea
per non contrariare i populares, in attesa di un uomo forte che prendesse
il posto di Silla e li tutelasse nei confronti di Lepido. Insomma il noto
''do ut des'' trasformato in ''do ut te ne stai bbono''.... :))
Ed infatti lui in Etruria i suoi interessi fece.
Non credo che nel 79 il partito popolare fosse così forte o minaccioso per
cui gli oligarchi temessero di contrariarlo. Secondo me quella di Lepido fu
un elezione antisillana, una vera e propria provocazione da parte
dell'oligarchia dominante nei confronti di Silla. Sicuramente gli ottimati
fecero un errore di valutazione perchè Lepido gli sfuggì di mano piantando
una mezza rivoluzione ma, oltre Lepido, c'era poco o niente da scegliere.
Post by Ball
||| Se riguarda l'Annibale post Zama hai anticipato un mio vecchio
||| incompiuto progetto.
|
Post by Ball
|| No mi pare un pò maliconico come tema.
E' vero, però è poco noto.
|| Pensavo ad Annibale in Campania.
Insomma i momenti peggiori....
Non vorrai mica che sia un triumviro ad esaltare le doti del punico?! ;-)
Post by Ball
|| A proposito di Annibale: conosci la sua biografia di Granzotto?
Sì, l'ho letta qualche anno fà.
Perchè?
Perchè tra un paio di settimane esce in edicola insieme al quotidiano il
Giornale; e se ne vale la pena me lo faccio mettere da parte. Il libro, non
il quotidiano. Insomma come ti è sembrato il libro di Granzotto?
Intanto questo sabato c'è una Storia di Cartagine edita diversi anni fa
dall'Enaudi e forse non più in commercio. Inutile dire che l'ho già presa.


Ciao
Antonio
Ball
2004-10-19 15:26:15 UTC
Permalink
Antonio wrote:

|| Ma non era mica quello il compito per il quale Lepido era stato
|| eletto? Lepido doveva più che altro picconare la costituzione
|| sillana, la cui rigidità stava stretta al gruppo di potere dominante
|| nel Senato: per intenderci, quelle famiglie che poi appoggeranno
|| Pompeo, anzi che già allora probabilmente avevano scelto Pompeo come
|| nuovo uomo forte. Però Pompeo non era ancora buono allo scopo.
|| Perchè non aveva ancora i requisiti di età e di carriera per essere
|| eletto e perchè non era e nemmeno si presentava ancora come uno dei
|| leader popolari. Forse gli mancava anche l'animo di sfidare Silla
|| apertamente. Ora questa azione di rottura della costituzione poteva
|| essere fatta solo da un avversario del partito di Silla, cioè da un
|| popolare; e sulla piazza, da parte popolare, di disponibile c'era il
|| solo Lepido, come dice pari pari Mommsen. Infatti Cesare era ancora
|| troppo giovane e per l'altro futuro triumviro Crasso vale lo stesso
|| discorso di Pompeo. Cotta era una figura marginale mentre quelli che
|| contavano erano tutti morti.

Quello che scrivi è permeato di buon senso e lo comprendo bene: la mia è una
considerazione personalissima sull'operato del senato che, seppur con la
forza, lo stesso Silla aveva restaurato e che nonostante un'opposizione
composta da forze eterogenee e con mire poco chiare, è riuscita a
complicarsi la vita concedendo a quelle forze di ritagliarsi uno spazio
politico superiore alle proprie capacità, ma non certo alle proprie
ambizioni.
Insomma quest'atteggiamento ha favorito un personaggio come Lepido e ne ha
escluso lo stesso Sertorio, e questo mi prude parecchio; d'altronde, come tu
dici, nel pessimo, scegli il meno peggio.... :)

|| Non credo che nel 79 il partito popolare fosse così forte o
|| minaccioso per cui gli oligarchi temessero di contrariarlo. Secondo
|| me quella di Lepido fu un elezione antisillana, una vera e propria
|| provocazione da parte dell'oligarchia dominante nei confronti di
|| Silla. Sicuramente gli ottimati fecero un errore di valutazione
|| perchè Lepido gli sfuggì di mano piantando una mezza rivoluzione ma,
|| oltre Lepido, c'era poco o niente da scegliere.

D'accordo sulla forza relativa dei populares, ma le concessioni e i
cedimenti del senato non mi sono piaciuti proprio perchè non avevano dato
spazio ad un uomo forte (in tal caso li capirei), ma ad una mezza figura di
arrampicatore sociale.
Ma forse sono troppo duro....

|| Perchè tra un paio di settimane esce in edicola insieme al
|| quotidiano il Giornale; e se ne vale la pena me lo faccio mettere da
|| parte. Il libro, non il quotidiano. Insomma come ti è sembrato il
|| libro di Granzotto?

Lo lessi parecchi anni fà e fù la mia prima lettura sul punico.
E' indubbiamente scritto bene, i suoi riferimenti sono le fonti primarie e
nelle sue parole fà s'intravede un tono lievemente romantico, insomma non è
un testo prettamente tecnico.
Direi che lo leggeresti in pochi gg, dal momento che molte vicende già le
conosci.
Io sinceramente l'ho trovato una splendida lettura per capire l'uomo
Annibale e la sua condizione da ''nemo propheta in patria'', ma non vorrei
apparire nel ruolo di corruttore di triumviri.... :)))

|| Intanto questo sabato c'è una Storia di
|| Cartagine edita diversi anni fa dall'Enaudi e forse non più in
|| commercio. Inutile dire che l'ho già presa.

Non sarà mica quella di S. Moscati, anzi spero di sì??
Dimmi, dimmi.
Ah no, ho visto è di Warmington, che non conosco.
Accidenti c'è anche Caio Mario, che non ho letto.
Mmh, devo passare in edicola....
--
A. Ball - Punico
Antonio
2004-10-20 19:29:04 UTC
Permalink
Post by Ball
D'accordo sulla forza relativa dei populares, ma le concessioni e i
cedimenti del senato non mi sono piaciuti proprio perchè non avevano dato
spazio ad un uomo forte (in tal caso li capirei), ma ad una mezza figura
di arrampicatore sociale.
Però tieni conto che il senato, nel suo complesso, ha sempre avuto timore
dell'uomo forte e che la sua politica tradizionale è sempre stata quella di
osteggiare quelle personalità che emergevano sul gruppo per i loro successi
militari. Cioè, in casi estremi il senato poteva anche affidarsi a qualcuno
di loro ma poi, passata la bufera, faceva di tutto per isolarli. Pensa al
trattamento risevato a Scipione dopo Zama. Direi che questo giochino gli è
riuscito fin tanto che il senato è riuscito a mantersi internamente
compatto, quindi fino all'epoca dei Gracchi. Poi con sempre più difficoltà e
proprio a causa delle divisioni interne. Dopo la morte di Silla l'uomo forte
era chiaramente Pompeo, ma Pompeo non aveva il sostegno di tutto il senato
ma solo di una parte e si dovette agitare lo spauracchio del nuovo Annibale
per dargli i poteri straordinari necessari per mandarlo contro Sertorio.
Post by Ball
|| Perchè tra un paio di settimane esce in edicola insieme al
|| quotidiano il Giornale; e se ne vale la pena me lo faccio mettere da
|| parte. Il libro, non il quotidiano. Insomma come ti è sembrato il
|| libro di Granzotto?
Lo lessi parecchi anni fà e fù la mia prima lettura sul punico.
E' indubbiamente scritto bene, i suoi riferimenti sono le fonti primarie e
nelle sue parole fà s'intravede un tono lievemente romantico, insomma non
è un testo prettamente tecnico.
Direi che lo leggeresti in pochi gg, dal momento che molte vicende già le
conosci.
Io sinceramente l'ho trovato una splendida lettura per capire l'uomo
Annibale e la sua condizione da ''nemo propheta in patria'', ma non vorrei
apparire nel ruolo di corruttore di triumviri.... :)))
E io non vorrei apparire nel ruolo di un senatore. :-)
Post by Ball
|| Intanto questo sabato c'è una Storia di
|| Cartagine edita diversi anni fa dall'Enaudi e forse non più in
|| commercio. Inutile dire che l'ho già presa.
Non sarà mica quella di S. Moscati, anzi spero di sì??
Dimmi, dimmi.
Ah no, ho visto è di Warmington, che non conosco.
No, purtroppo non è quella di Moscati. Warmington, a dire il vero, neanch'io
lo conosco ma, a differenza di una nostra comune conoscenza un pò fissata
col marketing albionico, a me la storiografia inglese non dispiace.


Ciao
Antonio
ale73p21
2004-10-21 05:52:13 UTC
Permalink
Post by Antonio
Post by Ball
|| Intanto questo sabato c'è una Storia di
|| Cartagine edita diversi anni fa dall'Enaudi e forse non più in
|| commercio. Inutile dire che l'ho già presa.
Non sarà mica quella di S. Moscati, anzi spero di sì??
Dimmi, dimmi.
Ah no, ho visto è di Warmington, che non conosco.
No, purtroppo non è quella di Moscati. Warmington, a dire il vero, neanch'io
lo conosco ma, a differenza di una nostra comune conoscenza un pò fissata
col marketing albionico, a me la storiografia inglese non dispiace.
Io lo possiedo il Warmington e te lo consiglio se sei interessato alla
storia punica anche prima delle guerre contro Roma. Il suo problema ,
ovviamente è che è del 1960 ed è meno aggiornato del Moscati sui
ritrovamenti archeologici più recenti.
Ma il Moscati ha scritto un "storia di Cartagine"? A me sembrava che
avesse trattato argomenti molto particolari come l'italia punica o
l'introduzione alle guerre puniche.
Antonio
2004-10-21 17:06:12 UTC
Permalink
Post by ale73p21
Io lo possiedo il Warmington e te lo consiglio se sei interessato alla
storia punica anche prima delle guerre contro Roma. Il suo problema ,
ovviamente è che è del 1960 ed è meno aggiornato del Moscati sui
ritrovamenti archeologici più recenti.
Grazie del consiglio. Lo prenderò senz'altro, anche se datato.
Post by ale73p21
Ma il Moscati ha scritto un "storia di Cartagine"? A me sembrava che
avesse trattato argomenti molto particolari come l'italia punica o
l'introduzione alle guerre puniche.
Non precisamente una storia di Cartagine ma "I Fenici e Cartagine".
Comunque, anche questo libro non è stato scritto recentemente. Avrà 20 anni
o anche più. E come l'altro, per quanto ne so, non è più in commercio.


Ciao
Antonio
Ball
2004-10-22 07:38:27 UTC
Permalink
ale73p21 wrote:

|| Ma il Moscati ha scritto un "storia di Cartagine"? A me sembrava che
|| avesse trattato argomenti molto particolari come l'italia punica o
|| l'introduzione alle guerre puniche.

Moscati ne ha scritti un tot, di libri su Cartagine, tra cui La fine di
Cartagine (era questo il libro che ''speravo'' fosse stato ristampato), ed
il suo campo d'azione, come saprai, è più vicino alla ricerca archeologica
che non a quella storica come piace a noi; da qui i suoi libri sulla
Sardegna, l'italia opunica , ecc.
Quello della Introduzione alle guerre puniche, almeno il più noto, è però S.
Mazzarino, altro luminare dell'argomento....
--
A. Ball - Punico aviatore
Ball
2004-10-22 07:38:28 UTC
Permalink
Antonio wrote:

|| Però tieni conto che il senato, nel suo complesso, ha sempre avuto
|| timore dell'uomo forte e che la sua politica tradizionale è sempre
|| stata quella di osteggiare quelle personalità che emergevano sul
|| gruppo per i loro successi militari. Cioè, in casi estremi il senato
|| poteva anche affidarsi a qualcuno di loro ma poi, passata la bufera,
|| faceva di tutto per isolarli. Pensa al trattamento risevato a
|| Scipione dopo Zama. Direi che questo giochino gli è riuscito fin
|| tanto che il senato è riuscito a mantersi internamente compatto,
|| quindi fino all'epoca dei Gracchi. Poi con sempre più difficoltà e
|| proprio a causa delle divisioni interne. Dopo la morte di Silla
|| l'uomo forte era chiaramente Pompeo, ma Pompeo non aveva il sostegno
|| di tutto il senato ma solo di una parte e si dovette agitare lo
|| spauracchio del nuovo Annibale per dargli i poteri straordinari
|| necessari per mandarlo contro Sertorio.

E proprio per questi (e precedentemente illustrati) motivi che sono
abbastanza critico con esso, per le sue scelte, per la sua mancata
decisionalità e per il suo affidarsi al meno peggio. Il periodo è
indubbiamente difficile, tra Sertorio, l'insurrezione, poi Spartaco, Tigrane
e Mitridate (mi manca poco per finire il post, ma ho dovuto fare anche
l'imbianchino....), ma precedentemente proprio nella difficoltà il governo
serrava la fila e mostrava di cosa era capace una Roma, anche se in
difficoltà.
Tutto quanto hai scritto a proposito è giusto e lo condivido, il senato ha
un buon numero di attenuanti per aver agito così poco da senato e gli uomini
sul mercato erano quelli che erano, ma io me lo vedo troppo pavido,
confusionario e rinunciatario per poter dire che condivido il suo
atteggiamento.... :)
Ripeto, secondo me è uno dei periodi più rischiosi per Roma ed in fondo è
anche il periodo che ha sancito la fine della res publica, quindi il governo
lo stava pagando....fisiologicamente.

|| No, purtroppo non è quella di Moscati. Warmington, a dire il vero,
|| neanch'io lo conosco ma, a differenza di una nostra comune
|| conoscenza un pò fissata col marketing albionico, a me la
|| storiografia inglese non dispiace.

Sssh, non facciamoci sentire, ma se si fà una cernita, gli storici
inglesi - quando non devono parare il culo a qualche concittadino o non
vogliono mettersi a giudicare gli altri dall'alto (stile Mack Smith) - non
dispiacciono nemmeno a me.... ;-)
--
A. Ball - Punico aviatore
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