Silvia
2004-01-05 18:06:12 UTC
Cari amici,
io non ho particolare stima delle alte gerarchie militari italiane della
Seconda Guerra Mondiale.
Ma questo non solo perche', malgrado qualche mugugno, dimostrarono
l'incapacita' di un'istituzione che pure aveva prodotto buone cose, a
bloccare il percorso del regime verso la guerra, ma soprattutto perche' (con
alcune eccezioni) esse furono espressione di una mentalita' inefficiente,
mediocre, provinciale, di casta, interessata ai galloni e al comando di
un'unita' o di un ente territoriale qualunque, piuttosto che a organizzare
in maniera moderna, razionale e ragionevole i propri obiettivi in funzione
delle risorse e a fare piazza pulita di cio' che non andava.
Debbo dire che temo che questa istituzione (ossia le forze armate italiane
giunte all'8 settembre '43) si sia condannata, al vaglio dell'analisi
storica, perche' a quanto sopra si sono uniti comportamenti inqualificabili
che, in diverse occasioni, sono senz'altro da considerarsi criminali.
Io parlo da appassionato di storia militare, della storia del nostro Paese e
delle stellette. Uno che sa quante degne persone hanno portato quelle
stellette. Non sono un antimilitarista, un pacifista a tutti i costi o uno
che pensa che l'amor di Patria, se inteso in modo retto, sia una cosa per
reazionari.
Al contrario, penso che esso sia una caratteristica della democrazia, della
modernita' e comunque degnissimo in persone che condividono concezioni
lontanissime da quelle cui i militari italiani s'informavano sessanta o
settanta anni fa.
Ma come definire se non *crimine di guerra* l'azione condotta sotto il
comando del generale (allora) di brigata dei bersaglieri Pietro Maletti
(1880 - 1940) che, intorno al 19 maggio del 1937, quale comandante del Rgt.
Arabo Somalo fu il responsabile della parte della repressione anti-etiopica
successiva all'attentato al maresciallo Graziani che investi' il monastero
copto di Debra Libanos e che - secondo le stime piu' recenti - avrebbe visto
l'uccisione di un numero di civili etiopici (in larga misura religiosi
cristiani) variante da 1600 a 2523?
Il sospetto che all'inizio mosse l'azione credo fosse che i monaci potessero
aver protetto gli attentatori di Graziani, due eritrei.
Oltre agli studi sull'argomento ormai ben noti di Angelo Del Boca si sono
aggiunti al riguardo i saggi dell'inglese Ian L. Campbell e dell'etiopico
Degife Kabre' Sadik.
Ora, come tutti sappiamo, Maletti e' M. O. al valor militare per la sua
morte sul campo di battaglia di Alam el Nibeiwa, presso Bardia, il 9
dicembre 1940.
Ho sempre avuto profondo rispetto per chi e' stato insignito di decorazioni
come quella, da qualsiasi parte militasse.
Per questo la mia domanda finale e' - lasciatemelo dire - tragica.
Di quante e quali azioni classificabili come crimini di guerra e contro
l'umanita' le forze armate italiane (non i *fascisti*, la MVSN, le Camicie
Nere o come meglio volete definirle) si sono rese responsabili negli anni
che vanno fra la riconquista della Libia e l'armistizio di Cassibile?
Esse sono state tali da doversi considerare come *sistematiche*, *su larga
scala*, *di vasta portata*, *decise dall'alto*, oppure si e' trattato di
*fatti isolati*, *legati a circostanze tragiche*, *iniziative di personale
di rango inferiore*, e cosi' via?
Se oso fare un discorso di questo tipo e' perche' penso, a quasi
sessant'anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che noi italiani
possiamo e DOBBIAMO prendere atto di TUTTO quello che e' successo, senza
timori dei fantasmi di figure e idee di vario colore che, ormai,
appartengono al passato.
Per questo, spero che almeno in parte degli utenti abituali di questo
newsgroup ci sia la maturita' e la serieta' per discutere e documentare cose
sgradevolissime come queste senza innalzare bandiere e gagliardetti dei
quali credo si possa essere ormai stufi.
Cordialita'
Giuseppe Stilo
Pinerolo (Torino)
io non ho particolare stima delle alte gerarchie militari italiane della
Seconda Guerra Mondiale.
Ma questo non solo perche', malgrado qualche mugugno, dimostrarono
l'incapacita' di un'istituzione che pure aveva prodotto buone cose, a
bloccare il percorso del regime verso la guerra, ma soprattutto perche' (con
alcune eccezioni) esse furono espressione di una mentalita' inefficiente,
mediocre, provinciale, di casta, interessata ai galloni e al comando di
un'unita' o di un ente territoriale qualunque, piuttosto che a organizzare
in maniera moderna, razionale e ragionevole i propri obiettivi in funzione
delle risorse e a fare piazza pulita di cio' che non andava.
Debbo dire che temo che questa istituzione (ossia le forze armate italiane
giunte all'8 settembre '43) si sia condannata, al vaglio dell'analisi
storica, perche' a quanto sopra si sono uniti comportamenti inqualificabili
che, in diverse occasioni, sono senz'altro da considerarsi criminali.
Io parlo da appassionato di storia militare, della storia del nostro Paese e
delle stellette. Uno che sa quante degne persone hanno portato quelle
stellette. Non sono un antimilitarista, un pacifista a tutti i costi o uno
che pensa che l'amor di Patria, se inteso in modo retto, sia una cosa per
reazionari.
Al contrario, penso che esso sia una caratteristica della democrazia, della
modernita' e comunque degnissimo in persone che condividono concezioni
lontanissime da quelle cui i militari italiani s'informavano sessanta o
settanta anni fa.
Ma come definire se non *crimine di guerra* l'azione condotta sotto il
comando del generale (allora) di brigata dei bersaglieri Pietro Maletti
(1880 - 1940) che, intorno al 19 maggio del 1937, quale comandante del Rgt.
Arabo Somalo fu il responsabile della parte della repressione anti-etiopica
successiva all'attentato al maresciallo Graziani che investi' il monastero
copto di Debra Libanos e che - secondo le stime piu' recenti - avrebbe visto
l'uccisione di un numero di civili etiopici (in larga misura religiosi
cristiani) variante da 1600 a 2523?
Il sospetto che all'inizio mosse l'azione credo fosse che i monaci potessero
aver protetto gli attentatori di Graziani, due eritrei.
Oltre agli studi sull'argomento ormai ben noti di Angelo Del Boca si sono
aggiunti al riguardo i saggi dell'inglese Ian L. Campbell e dell'etiopico
Degife Kabre' Sadik.
Ora, come tutti sappiamo, Maletti e' M. O. al valor militare per la sua
morte sul campo di battaglia di Alam el Nibeiwa, presso Bardia, il 9
dicembre 1940.
Ho sempre avuto profondo rispetto per chi e' stato insignito di decorazioni
come quella, da qualsiasi parte militasse.
Per questo la mia domanda finale e' - lasciatemelo dire - tragica.
Di quante e quali azioni classificabili come crimini di guerra e contro
l'umanita' le forze armate italiane (non i *fascisti*, la MVSN, le Camicie
Nere o come meglio volete definirle) si sono rese responsabili negli anni
che vanno fra la riconquista della Libia e l'armistizio di Cassibile?
Esse sono state tali da doversi considerare come *sistematiche*, *su larga
scala*, *di vasta portata*, *decise dall'alto*, oppure si e' trattato di
*fatti isolati*, *legati a circostanze tragiche*, *iniziative di personale
di rango inferiore*, e cosi' via?
Se oso fare un discorso di questo tipo e' perche' penso, a quasi
sessant'anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che noi italiani
possiamo e DOBBIAMO prendere atto di TUTTO quello che e' successo, senza
timori dei fantasmi di figure e idee di vario colore che, ormai,
appartengono al passato.
Per questo, spero che almeno in parte degli utenti abituali di questo
newsgroup ci sia la maturita' e la serieta' per discutere e documentare cose
sgradevolissime come queste senza innalzare bandiere e gagliardetti dei
quali credo si possa essere ormai stufi.
Cordialita'
Giuseppe Stilo
Pinerolo (Torino)